venerdì 31 gennaio 2014

BIBLIOTECHE CALABRIA

UN NUOVO PORTALE PER DIFFONDERE LA CULTURA DELLA BIBLIOTECA PUBBLICA


Il Servizio Bibliotecario Regionale (SBR) è la rete di cooperazione delle biblioteche calabresi, collegato al Servizio Bibliotecario Nazionale (SBN) attraverso il Polo regionale RCA con sede a Vibo Valentia.

 sul sito registrandosi e possibile effettuare il prestito digitale degli eBook.

link:

http://www.bibliotechecalabria.it/SebinaOpac/BibliotecheCalabria.do 


mercoledì 29 gennaio 2014

La decadenza.

In questo periodo in cui tutto sembra incerto e decadente, ci volevamo soffermare sul significato del termine
" decadenza"  per vedere se si puo' identificare dal punto di vista storico questo periodo come decadente.
Il decadere; progressiva diminuzione di prosperità, floridezza, forza, autorità .
Decadenza in un popolo, diminuzione di prosperità soprattutto con riguardo al valore artistico o alle facoltà creative.
In un’istituzione, in una civiltà , perdita o cessazione della titolarità di un potere, di una carica, di un ufficio a seguito del sopravvenire di talune cause che ne impediscono il regolare esercizio.


lunedì 27 gennaio 2014

Pippo Pollina

Pippo Pollina

Il mio nome non è¨ niente, il respiro di un istante, tutta vita che sul mio corpo si disegna, lo accarezza, lo accompagna  luce e veritè . Dove vai tempo che mi illudi? Il mio nome è appartenenza vive solo in una
stanza ma non piange mai..". Questi versi, tratti dal brano, intitolato l'Appartenenza, che dà  il titolo al nuovo omonimo disco del cantautore siciliano Pippo Pollina, in uscita il prossimo 21 gennaio, racchiudono
l'essenza più intima di un artista che ha saputo trasformare il dolore,
legato all'addio all'Italia, nella sua più grande forza. Conosciuto in tutta Europa come il cantore di una generazione che ha visto i più grandi cambiamenti e le più¹ grandi sconfitte dell'Italia e del mondo, Pippo Pollina si racconta a cuore aperto, senza remora alcuna.

Pippo, nelle tue canzoni ci sono le voci, i pensieri, i tormenti di
storie dimenticate, fatti di cronaca, spesso taciuti, e le vite degli
eroi della storia recente. Quali sono gli spazi e gli obiettivi che
intende conquistare la tua musica?

Sostengo da sempre che il mio unico vero obiettivo è¨ quello di riuscire
ad emozionare le persone ma credo che questo sia un pò il desiderio
nascosto di tutti quelli che provano a fare arte . La nostra missione è¨
riuscire a lasciare il segno attraverso una scia di emozioni che
riescano a coinvolgere il pubblico e se riusciamo a farlo, poco importa
quali sono le storie che abbiamo scelto. Nel mio specifico ho sempre
cercato di essere testimone del mio tempo lasciando confluire nei miei
lavori elementi di cronaca e storie particolari, filtrandole, per
restituirle agli altri.


Il tuo nuovo disco, in uscita il 21 gennaio, s'intitola L'Appartenenza:
13 brani, arrangiamenti di spessore e collaborazioni illustri con
artisti come Etta Scollo, Giorgio Conte e Werner Schmidbauer completano
un lavoro intriso di contenuti pregni di significato. Se volessi
spiegare cosa racchiude questo album, attraverso l'uso di una parola
chiave, quale useresti?


In questo album ho cercato di tracciare un'idea, un pò come quando negli
anni 70 c'era un concetto che permeava, univa le canzoni attraverso un
filo rosso. Quest'anno ho compiuto 50 anni e, dato che quest'etè  per me
aveva simbolicamente un significato particolare, ho cercato di tirare un
po’ le reti, di capire quali sono state le cose importanti che hanno
caratterizzato la mia vita fino ad ora,  quali sono le cose che ho
imparato e quelle che intendo coltivare ancora. Ho fatto tutto questo
attraverso13 canzoni in cui ho ridisegnato gli elementi di appartenenza
che mi sono sempre stati cari dal punto di vista sociale, politico,
musicale, etico, artistico. Credo che chi, come me, abbia vissuto in un
luogo e poi abbia voluto o sia dovuto andare via ad una certa età , abbia
vissuto un processo di sviluppo molto particolare. Di conseguenza
ritengo che l'aver tracciato una linea, in grado di connettere degli
elementi di appartenenza, sia molto importante.


La tua anima siciliana ha conquistato il centroeuropea. Sono ormai migliaia
i concerti che hai tenuto in tutto il continente europeo. Come sei
riuscito a conquistare i cuori mittleuropei e come pensi di superare la
barriera dell'omologazione musicale in Italia?


Una cosa che ho scoperto viaggiando è che attraverso la curiosità  e
l'interesse mostrato nei confronti dell'altro e della roba altrui, ho
poi automaticamente portato l'altro ad interessarsi delle mie cose. In
sintesi se desideri che gli altri si interessino a te e a quello che
fai, devi essere tu, in primis, ad aprirti nella comprensione del
diverso, solo in questo modo avviene uno scambio, vero autentico, reale,
fatto di cose concrete e di contenuti, ben diverso da quello su carta o
provocato da interessi specifici che vanno aldilà  della curiosità  verso
l'altro: questo è¨ stato il mio segreto. Grazie a questa reciprocità  si è¨
, dunque, creato questo fertile dialogo interculturale. Per quanto
riguarda L'italia, invece, non vivendo più¹ in questo paese da tanti
anni, ormai, il processo di divulgazione della mia musica  è¨ collegato
alla mia presenza- assenza. In Italia molte cose avvengono attraverso i
contatti personali o comunque attraverso una frequentazione per cui, non
essendo presente in loco, è¨ molto più¹ complesso riuscire a diffondere le
mie cose allo stesso modo però, è¨ anche vero che, grazie al web, è¨
sicuramente più¹ facile ovviare al problema delle distanze. A Febbraio,
poi, terrಠdei concerti proprio in Italia: il 27/02 sarಠa Torino, il
28/02 a Cattolica, l'1/03 a Verona e il 2/03 a Firenze.

Di cosa tratta lo spettacolo teatrale "Ultimo volo" orazione civile per
Ustica?


Lo spettacolo ha una lunga storia alle spalle: è¨ stato commissionato
dalla Regione Emilia Romagna e dalla società  dei parenti delle vittime
della tragedia di Ustica, ed esiste dal 2007, quando ci fu la prima al
Teatro Manzoni di Bologna, città  in cui si trovano anche i resti del
velivolo tragicamente abbattuto nel 1980. Lo spettacolo è¨ un'opera di
teatro musicale, che è¨ stata rappresentata anche in Svizzera, Germania e
Francia,  la quale vedrà  un'ennesima replica ad aprile in Svizzera, in
lingua tedesca. L'opera parla di quanto accadde in quel tragico episodio
e cerca di sublimare, attraverso il teatro dell'emozione, una tragica
vicenda.

L'esilio  più¹ uno spazio di confronto e comprensione o un luogo di
solitudine inquieta?

L'esilio possiede entrambi gli elementi perchè si tratta, al contempo,
di una condizione di non libera scelta, spesso legata ad un pericolo
fisico o morale. Credo che questa sia una scelta sempre più¹ frequente,
soprattutto in Italia, dove lemigrazione è diventata un fenomeno ben
diverso dal passato: si tratta di un'emigrazione culturale, legata al
fatto di non riuscire o non volere più¹ accettare delle regole che la
cultura del potere di questo paese impone. Lidea di cercare un tipo di
vita legata ad altri valori, seppur con grande dolore, ci rende
desiderosi di interpretare la cultura di un'altra società  e credo che
tanta gente oggi s'identifichi in queste parole.

Dal sito www.culturaeculture.it
Raffaella Sbrescia


giovedì 23 gennaio 2014

Papa Francesco: gelosie, invidie e chiacchiere dividono e distruggono le comunità cristiane

I cristiani chiudano le porte a gelosie, invidie e chiacchiere che dividono e distruggono le nostre comunità: è l’esortazione lanciata da Papa Francesco, stamani, nella Messa presieduta a Santa Marta nella sesta giornata di preghiera per l’unità dei cristiani. Ce ne parla Sergio Centofanti:RealAudioMP3

La riflessione del Papa è partita dalla prima lettura del giorno che parla della vittoria degli israeliti sui filistei grazie al coraggio del giovane Davide. La gioia della vittoria si trasforma presto in tristezza e gelosia per il re Saul di fronte alle donne che lodano Davide per aver ucciso Golia. Allora, “quella grande vittoria – afferma Papa Francesco - incomincia a diventare sconfitta nel cuore del re” in cui si insinua, come accadde in Caino, il “verme della gelosia e dell’invidia”. E come Caino con Abele, il re decide di uccidere Davide. “Così fa la gelosia nei nostri cuori – osserva il Papa - è un’inquietudine cattiva, che non tollera che un fratello o una sorella abbia qualcosa che io non ho”. Saul, “invece di lodare Dio, come facevano le donne d’Israele, per questa vittoria, preferisce chiudersi in se stesso, rammaricarsi” e “cucinare i suoi sentimenti nel brodo dell’amarezza”:

“La gelosia porta ad uccidere. L’invidia porta ad uccidere. E’ stata proprio questa porta, la porta dell’invidia, per la quale il diavolo è entrato nel mondo. La Bibbia dice: ‘Per l’invidia del diavolo è entrato il male nel mondo’. La gelosia e l’invidia aprono le porte a tutte le cose cattive. Anche divide la comunità. Una comunità cristiana, quando soffre – alcuni dei membri – di invidia, di gelosia, finisce divisa: uno contro l’altro. E’ un veleno forte questo. E’ un veleno che troviamo nella prima pagina della Bibbia con Caino”.

Nel cuore di una persona colpita dalla gelosia e dall’invidia – sottolinea ancora il Papa - accadono “due cose chiarissime”. La prima cosa è l’amarezza:

“La persona invidiosa, la persona gelosa è una persona amara: non sa cantare, non sa lodare, non sa cosa sia la gioia, sempre guarda ‘che cosa ha quello ed io non ne ho’. E questo lo porta all’amarezza, un’amarezza che si diffonde su tutta la comunità. Sono, questi, seminatori di amarezza. E il secondo atteggiamento, che porta la gelosia e l’invidia, sono le chiacchiere. Perché questo non tollera che quello abbia qualcosa, la soluzione è abbassare l’altro, perché io sia un po’ alto. E lo strumento sono le chiacchiere. Cerca sempre e vedrai che dietro una chiacchiera c’è la gelosia e c’è l’invidia. E le chiacchiere dividono la comunità, distruggono la comunità. Sono le armi del diavolo”.

“Quante belle comunità cristiane” – ha esclamato il Papa – procedevano bene, ma poi in uno dei membri è entrato il verme della gelosia e dell’invidia e, con questo, la tristezza, il risentimento dei cuori e le chiacchiere. “Una persona che è sotto l’influsso dell’invidia e della gelosia – ribadisce – uccide”, come dice l’apostolo Giovanni: “Chi odia il suo fratello è un omicida”. E “l’invidioso, il geloso, incomincia ad odiare il fratello”. Quindi, conclude:

“Oggi, in questa Messa, preghiamo per le nostre comunità cristiane, perché questo seme della gelosia non venga seminato fra noi, perché l’invidia non prenda posto nel nostro cuore, nel cuore delle nostre comunità, e così possiamo andare avanti con la lode del Signore, lodando il Signore, con la gioia. E’ una grazia grande, la grazia di non cadere nella tristezza, nell’essere risentiti, nella gelosia e nell’invidia”.

venerdì 17 gennaio 2014

Prof. Luigi Veronesi

“La carne è cancerogena… ed è anche causa di quasi tutte le malattie degenerative, eliminatela o limitatene il consumo.”

 Molti mi chiedono il motivo per cui le popolazioni non sono informate su questo, perchè i medici non ne parlino e perchè l’opinione comune è di tutt’altra realtà.
La base è che viene fatta un informazione errata, dalle università alle riviste medico scientifiche.
I professori nelle università insegnano cose errate sull’argomento alimentazione, gli studenti a loro volta insegneranno non in maniera corretta i loro futuri alunni o pazienti e così via.
Le riviste medico scientifiche piu accreditate sono sul libro paga delle multinazionali farmaceutiche e pubblicano solo ciò che è consentito loro di pubblicare o ciò che è imposto loro dalle suddette multinazionali.
Molti medici e ricercatori, sulla base anche di numerose ricerche, per la maggior parte “insabbiate”, sono coscienti degli effetti dannosi del consumo di carne, ma hanno le mani legate.
Io,che sono uno scienziato di fama internazionale, posso prendermi il lusso di fare queste affermazioni, se lo facessero loro, probabilmente non lavorerebbero piu.

L’industria alimentare e le multinazionali farmaceutiche viaggiano di pari passo, l’una ha bisogno dell’altra e queste due entità insieme, generano introiti circa venti volte superiori a tutte le industrie petrolifere del globo messe insieme…potete quindi ben capire che gli interessi economici sono alla base di questa disinformazione.
Se tenete conto che ogni malato di cancro negli stati uniti fa guadagnare circa 250.000 dollari a suddette multinazionali, capirete che questa disinformazione è voluta ed è volta a farvi ammalare per poi tentare di curarvi”

lunedì 13 gennaio 2014

Il quinto potere

da: filmtv.it

IL QUINTO POTERE: LA STORIA DI WIKILEAKS

Scritto da Josh Singer, basato sui libri Inside Wikileaks di Daniel Domscheit-Berg e Wikileaks di David Leighe e Luke Harding, e diretto da Bill Condon, Il quinto potere ripercorre la vera storia di Wikileaks, il sito web che nel 2010 rese pubblici numerosi documenti ritenuti top secret dal governo statunitense, scatenando un acceso dibattito pubblico sugli inganni e sulla corruzione che aleggiano tra le alte sfere del potere. Le vicende raccontate in Il quinto potere hanno inizio quando nel 2006 Julian Assange, il fondatore di Wikileaks, e il collega Daniel Domscheit-Berg con pochi soldi creano una piattaforma on line in grado di far trapelare in forma anonima informazioni che mettono in luce oscuri segreti di Stato e reati societari. Ben presto, però, i due soci si ritroveranno in disaccordo su come operare con dei documenti riservati dell'intelligence statunitense e su come gestirli, confrontandosi con i costi che comporta il renderli pubblici o il mantenerli segreti.
Considerato un simbolo di speranza da alcuni e un pericoloso nemico da altri, Julian Assange è stato al centro di numerose polemiche sulla sua figura e sul suo modo di agire. L'opinione pubblica si è spesso spaccata tra chi lo definisce un eroe per i colpi inferti all'establishment e chi invece lo ritiene semplicemente un furfante che ha conquistato i riflettori su di sé in maniera subdola. Senza concentrarsi troppo su Assange ma preferendo riporre l'attenzione su come Wikileaks sia nato e si sia diffuso, il regista Bill Condon fa di Il quinto potere un thriller politico condito dalla storia di un rapporto d'amicizia, destinato a concludersi drammaticamente, e dalla riflessione su come la comunicazione elettronica possa rivelarsi contemporaneamente espressione di libertà e minaccia. Evitando di sposare tesi a favore di Wikileaks o contrarie, Condon ha scelto di presentare diversi punti di vista, rappresentativi di altrettanti domande e prospettive, per lasciare allo spettatore le dovute conclusioni e ricordare che Il quinto potere non è né un documentario né un resoconto storico ma semplice fiction cinematografica ispirata a eventi reali e ancora in corso al momento delle riprese. Nonostante le intenzioni di Condon, prima dell'arrivo in sala di Il quinto potere Wikileaks ha provveduto a diffondere un documento in cui si elencano tutte le falsità e le inesattezze contenute nel film.

domenica 12 gennaio 2014

ByRos


Volevamo pubblicamente ringraziare Rosario per tutto quello che ha fatto fino a oggi attraverso il web e la carta stampata, sperando che abbia ancora la voglia di emozionarci ed entusiasmarci   con i suoi articoli ed i suoi post su Scandale e dintorni.

La redazione

sabato 4 gennaio 2014

Figlio mio, lascia questo Paese





Figlio mio, stai per finire la tua Università; sei stato bravo. Non ho rimproveri da farti. Finisci in tempo e bene: molto più di quello che tua madre e io ci aspettassimo. È per questo che ti parlo con amarezza, pensando a quello che ora ti aspetta. Questo Paese, il tuo Paese, non è più un posto in cui sia possibile stare con orgoglio.

Puoi solo immaginare la sofferenza con cui ti dico queste cose e la preoccupazione per un futuro che finirà con lo spezzare le dolci consuetudini del nostro vivere uniti, come è avvenuto per tutti questi lunghi anni. Ma non posso, onestamente, nascondere quello che ho lungamente meditato. Ti conosco abbastanza per sapere quanto sia forte il tuo senso di giustizia, la voglia di arrivare ai risultati, il sentimento degli amici da tenere insieme, buoni e meno buoni che siano. E, ancora, l'idea che lo studio duro sia la sola strada per renderti credibile e affidabile nel lavoro che incontrerai.
Ecco, guardati attorno. Quello che puoi vedere è che tutto questo ha sempre meno valore in una Società divisa, rissosa, fortemente individualista, pronta a svendere i minimi valori di solidarietà e di onestà, in cambio di un riconoscimento degli interessi personali, di prebende discutibili; di carriere feroci fatte su meriti inesistenti. A meno che non sia un merito l'affiliazione, politica, di clan, familistica: poco fa la differenza.
Questo è un Paese in cui, se ti va bene, comincerai guadagnando un decimo di un portaborse qualunque; un centesimo di una velina o di un tronista; forse poco più di un millesimo di un grande manager che ha all'attivo disavventure e fallimenti che non pagherà mai. E' anche un Paese in cui, per viaggiare, devi augurarti che l'Alitalia non si metta in testa di fare l'azienda seria chiedendo ai suoi dipendenti il rispetto dell'orario, perché allora ti potrebbe capitare di vederti annullare ogni volo per giorni interi, passando il tuo tempo in attesa di una informazione (o di una scusa) che non arriverà. E d'altra parte, come potrebbe essere diversamente, se questo è l'unico Paese in cui una compagnia aerea di Stato, tecnicamente fallita per non aver saputo stare sul mercato, è stata privatizzata regalandole il Monopolio, e così costringendo i suoi vertici alla paralisi di fronte a dipendenti che non crederanno mai più di essere a rischio.

giovedì 2 gennaio 2014

Cataldo Perri "Hoi Dotto'"



“Ohi dottò” è l’espressione che da più di trent’anni viene rivolta dai pazienti al loro medico di famiglia. Trent’anni di storie, di speranze, di paure, di conforto, di vagiti nuovi e di dolorosi addii. Per fortuna, molte volte, è anche l’incipit di una confidenza leggera, di un pettegolezzo di colore, di situazioni eroico-comiche tipiche dell’antica cultura popolare calabrese. Anamnesi di comari pettegole, malapazienza, tentativi d’emigrazione, pellegrinaggi, visite mediche a marcia indietro, punture di zecche-Viagra. “Ohi dottò”, a volte, è l’espressione che un medico è costretto a rivolgere a un collega perché un giorno si scivola “dall’altra parte” e su una cartella clinica medico e paziente hanno lo stesso nome.  
 Cataldo Perri

Nato a Cariati(CS) ,medico per mangiare musicista per vivere .