sabato 28 settembre 2013

Otello Profazio - La baronessa di Carini

Dalla pagina facebook del Maestro Enzo Ziparo

...notiamo lo sguardo attento di Giorgio Gaber e vediamo quanto interesse nutrivano gli artisti del Nord per i nostri cantastorie popolari
 

venerdì 27 settembre 2013

COUS COUS FEST 2013


Sperando che l'anno prossimo riusciremo ad organizzarci per vedere questa interessante manifestazione.
Ed augurandoci che la nostra Sagra del Fico d'India  per la felicità degli  Scandalesi possa prendere ad esempio questa interessante  manifestazione.

L' edizione della manifestazione, la sedicesima, è in programma a San Vito Lo Capo dal 24 al 29 settembre 2013 . Saranno nove i paesi partecipanti alla gara gastronomica internazionale, cuore dell'evento, e ogni sera piazza Santuario ospiterà concerti e spettacoli gratuiti con artisti di livello nazionale. Non mancheranno i momenti di approfondimento con gli appuntamenti di Café le cous cous, il talk show del festival, e quelli dedicati alla gastronomia di qualità che vedrà esibirsi chef stellati del panorama italiano tra cui Filippo La Mantia. La rassegna vede come protagonista il cous cous, piatto ricco di storia ed elemento di sintesi tra culture, simbolo di apertura, meticciato e contaminazione. Protagonista indiscusso dell’evento è il cous cous, piatto ricco di storia ed elemento di sintesi tra culture, simbolo di apertura, meticciato e contaminazione. Una gara gastronomica tra chef di nove paesi, momenti di approfondimento dedicati ai cous cous del mondo, incontri culturali, talk show e seminari. E, come ogni anno, non mancheranno momenti di puro divertimento, con spettacoli di grandi artisti e concerti che, sempre nel segno della multiculturalità, animeranno le serate dell’evento. Il tutto nella splendida cornice di questa cittadina che con il suo clima caldo, il suo mare cristallino e la bellezza delle sue spiagge è la location ideale per prolungare un altro po’ il piacevole relax delle vacanze estive.



giovedì 26 settembre 2013

Anna Magnani

Anniversari, 40 anni fa il cinema perdeva Anna Magnani

Sono passati 40 anni da quel 26 settembre 1973, giorno in cui il cinema italiano piangeva Anna Magnani, stroncata da un tumore al pancreas a 65 anni. Magnani è stata la prima attrice del Belpaese ad aver vinto l'Oscar. Merito del personaggio di Serafina Delle Rose nel film La rosa tatuata (1955) con Burt Lancaster, per la regia di Daniel Mann.

Ciao Anna.......
Pino Daniele: Anna verrà

Papa Francesco


martedì 24 settembre 2013

domenica 22 settembre 2013

Italiani sempre più a chilometro zero

Dal blog: Cado in piedi

Cresce l’abitudine della spesa ecosostenibile. La Coldiretti rivela che nel 2011 l’acquisto di frutta e verdura direttamente dai contadini è aumentato del 53% rispetto al 2010.

 Italiani sempre più green: cresce nelle grandi città, e non solo, l'abitudine della spesa ecosostenibile e a chilometro zero. Meglio se attraverso un'app. Secondo i sondaggi si tratta di un fenomeno che coinvolge tutti, soprattutto donne con un'età inferiore ai 54 anni. La Coldiretti rivela che nel 2011 l'acquisto di frutta e verdura direttamente dai contadini è aumentato del 53% rispetto al 2010, mentre nel 2012 il fatturato ha raggiunto i 3 miliardi di euro e promette una crescita a due cifre entro fine 2013.

La geolocalizzazione, in questo caso, è protagonista. Cortilia.it è il «primo mercato agricolo online dove puoi acquistare prodotti artigianali dagli agricoltori locali», come recita l'homepage della piattaforma realizzata da due fratelli, Barbara e Fabio Pollini, rispettivamente web designer e ingegnere informatico. Ma c'è pure "Check sud" che segnala esclusivamente prodotti alimentari meridionali. Ma gli esempi sono tanti.
Un bel business, eppure nel 2010 solo lo 0,67 per cento delle aziende agricole praticava il commercio elettronico e l'1,69 possedeva un sito web, poco per una domanda di 15 milioni gli italiani che fanno ricerche sul web per confrontare prezzi e qualità dei cibi. I motivi del successo sono chiari: gli agricoltori guadagnano di più e i consumatori trovano un elevatissimo rapporto tra qualità e prezzo. Per non parlare dell'impatto ambientale, visto che sistema contribuisce alla riduzione delle emissioni di anidride carbonica. 

mercoledì 18 settembre 2013

DAVID DONATO - PIZZO

                                                                   (David Donato)
David Donato (Feroleto Antico il 5 ottobre 1926 – Pizzo il 20 gennaio 2009) giornalista-poeta-scrittore e commediografo. Abbiamo intenzione di dedicare a questo autore, alla quale è stata intitolata la prima rassegna di teatro dialettale svoltasi a Scandale (KR) nell'estate 2013 , un più ampio tributo per evidenziare tutte le sue opere .
Nell'attesa per conoscerLo meglio un suo scritto : 
 L’Elezione del Priore
Dalla raccolta “Carosello Pizzitano” (1979)


 Le arciconfraternite religiose a Pizzo sono quattro e da lungo tempo. Esse si raggruppano attorno a quattro chiese, a ciascuna delle quali fa capo una categoria di cittadini: artigiani, contadini, pescatori, commercianti, impiegati, professionisti.
A quella di San Sebastiano, ubicata su di un’erta del paese, ove è anche posto il Calvario, appartenevano, all’epoca dell’episodio qui narrato, soltanto gli artigiani: fabbri, muratori, falegnami, barbieri, sarti, calzolai, ecc.
Gli associati alla congrega, così come avviene tuttora in tutte le altre, sono chiamati “fratelli”. Chi ne vuole far parte deve avanzarne richiesta, presentata da uno o da più fratelli al “priore”, cioè al capo dell’Arciconfraternita e al consiglio, composto da due o da tre vice-priori, detti “assistenti”, progressivamente riconosciuti come primo, secondo e terzo, cioè in base alla votazione riportata, quando tutti i fratelli, annualmente, votano per rinnovare le cariche elettive della congrega. Il cassiere, scelto fra le persone che riscuotono maggiore fiducia, è votato a parte.

Essere iscritti alla congrega non era facile, una volta. Spesso bisognava reiterare la domanda di associazione, anche per alcuni anni, prima di ottenere la vestizione a fratello. Dopo di che, si procedeva ad una sorta di rituale, che era detto la “cantata", cerimonia di professione solenne di fedeltà del nuovo iscritto, che si teneva e si tiene, una volta l’anno, per nominare i nuovi fratelli. A costoro viene imposta una lunga tunica bianca e sulle spalle una corta mantellina rotonda, chiamata “mozzetta”, ricavata da tessuto di raso colorato in rosso, verde, azzurro, a seconda del colore prescelto dalla congrega per distinguersi dalle altre.
La cerimonia di professione, ovverosia la “cantata”, è fatta sempre davanti al consiglio, con l’assistenza del canonico, che dirige la chiesa. La congrega, abbigliata come sopra chiarito, sfila per le vie del paese durante le processioni religiose, che sono molte durante l’anno solare. I fratelli sono tenuti a pagare una quota fissa annuale per sostenere tutte le spese della congrega; ma raccolgono contributi straordinari fra la cittadinanza, allorché devono festeggiare il santo patrono della chiesa, a cui la congrega si appoggia.
Quella dell’Arciconfraternita del Nome di Maria Santissima ha per Patrono San Giuseppe, protettore degli artigiani, appunto perché, come in precedenza premesso, a questa congrega confluiscono le arti e i mestieri del paese.

Il giorno che precede la festa del 19 marzo, davanti al piazzale della chiesa, la congrega usa distribuire, per tradizione, una minestra calda di pasta e ceci a chiunque si trovi là e ne faccia richiesta. Da centinaia di anni si va avanti così, in un’atmosfera di chiassosa “kermesse”, che apre la primavera di Pizzo, sfolgorante di colori.

In una congrega religiosa non si dovrebbero formare le “correnti”, vizio nazionale, sempre foriero di disgregazioni, per eleggere questo anzi che quell’altro fratello alla carica di priore. Invece accade, perché tale carica, anche se meramente onorifica, è ambita, perciò si montano le rivalità al momento dell’elezione. Spesso è avvenuto che la spiccata personalità di un priore abbia determinato per alcuni anni che egli sia stato eletto col consenso generale, schiacciando in partenza qualche concorrente poco appoggiato. Specialmente, l’elezione continua per due o tre anni consecutivi si verifica quando il priore ha dato prova di saggia amministrazione, di intraprendenza e, non ultimo, di operare con elevato spirito cristiano. Priori di tal fatta se ne ricordano pochi, per la verità, ma ci sono stati e i fratelli sperano sempre di scovarne qualcuno da additare all’ammirazione e al rispetto delle altre tre congreghe locali.

All’inizio della seconda guerra mondiale presso la chiesa di San Sebastiano godeva già di alcune riconferme nell’alto incarico un anziano priore, circondato dalla stima e confortato dal pieno consenso degli altri fratelli. Egli aveva fatto aumentare il numero degli associati portando nuovi iscritti, fra i quali uno gli era particolarmente amico e, quindi, assai affezionato. Alla prima domanda di associazione, infatti, mastro Antonio era stato accolto, senza troppo attendere, come era accaduto ad altri. Quell’anno, però una parte dei fratelli aveva deciso che si dovesse cambiare e, pubblicamente, aveva fatto circolare il nome di un fratello, più giovane del priore in carica, da candidare ed eleggere.

domenica 15 settembre 2013

Lingua e dialettu

Poesia di Ignazio Buttitta
recitata da Valentina Gaglione
dipinti di Cuono Gaglione

sabato 14 settembre 2013

'A Livella di Toto'

 'A livella
Ogn'anno,il due novembre,c'é l'usanza
per i defunti andare al Cimitero.
Ognuno ll'adda fà chesta crianza;
ognuno adda tené chistu penziero.  
 
Ogn'anno,puntualmente,in questo giorno,
di questa triste e mesta ricorrenza,
anch'io ci vado,e con dei fiori adorno
il loculo marmoreo 'e zi' Vicenza.

 
St'anno m'é capitato 'navventura...
dopo di aver compiuto il triste omaggio.
Madonna! si ce penzo,e che paura!,
ma po' facette un'anema e curaggio.

 
'O fatto è chisto,statemi a sentire:
s'avvicinava ll'ora d'à chiusura:
io,tomo tomo,stavo per uscire
buttando un occhio a qualche sepoltura.

 
"Qui dorme in pace il nobile marchese
signore di Rovigo e di Belluno
ardimentoso eroe di mille imprese
morto l'11 maggio del'31"

 
'O stemma cu 'a curona 'ncoppa a tutto...
...sotto 'na croce fatta 'e lampadine;
tre mazze 'e rose cu 'na lista 'e lutto:
cannele,cannelotte e sei lumine.

 
Proprio azzeccata 'a tomba 'e stu signore
nce stava 'n 'ata tomba piccerella,
abbandunata,senza manco un fiore;
pe' segno,sulamente 'na crucella.

  E ncoppa 'a croce appena se liggeva:
"Esposito Gennaro - netturbino":
guardannola,che ppena me faceva
stu muorto senza manco nu lumino!

  Questa è la vita! 'ncapo a me penzavo...
chi ha avuto tanto e chi nun ave niente!
Stu povero maronna s'aspettava
ca pur all'atu munno era pezzente?
Mentre fantasticavo stu penziero,
s'era ggià fatta quase mezanotte,
e i'rimanette 'nchiuso priggiuniero,
muorto 'e paura...nnanze 'e cannelotte.
Tutto a 'nu tratto,che veco 'a luntano?
Ddoje ombre avvicenarse 'a parte mia...
Penzaje:stu fatto a me mme pare strano...
Stongo scetato...dormo,o è fantasia?
Ate che fantasia;era 'o Marchese:
c'o' tubbo,'a caramella e c'o' pastrano;
chill'ato apriesso a isso un brutto arnese;
tutto fetente e cu 'nascopa mmano.
E chillo certamente è don Gennaro...
'omuorto puveriello...'o scupatore.
'Int 'a stu fatto i' nun ce veco chiaro:
so' muorte e se ritirano a chest'ora?
Putevano sta' 'a me quase 'nu palmo,
quanno 'o Marchese se fermaje 'e botto,
s'avota e tomo tomo..calmo calmo,
dicette a don Gennaro:"Giovanotto!
Da Voi vorrei saper,vile carogna,
con quale ardire e come avete osato
di farvi seppellir,per mia vergogna,
accanto a me che sono blasonato!
La casta è casta e va,si,rispettata,
ma Voi perdeste il senso e la misura;
la Vostra salma andava,si,inumata;
ma seppellita nella spazzatura!
Ancora oltre sopportar non posso
la Vostra vicinanza puzzolente,
fa d'uopo,quindi,che cerchiate un fosso
tra i vostri pari,tra la vostra gente"
  "Signor Marchese,nun è colpa mia,
i'nun v'avesse fatto chistu tuorto;
mia moglie è stata a ffa' sta fesseria,
i' che putevo fa' si ero muorto?
Si fosse vivo ve farrei cuntento,
pigliasse 'a casciulella cu 'e qquatt'osse
e proprio mo,obbj'...'nd'a stu mumento
mme ne trasesse dinto a n'ata fossa".
"E cosa aspetti,oh turpe malcreato,
che l'ira mia raggiunga l'eccedenza?
Se io non fossi stato un titolato
avrei già dato piglio alla violenza!"
"Famme vedé..-piglia sta violenza...
'A verità,Marché,mme so' scucciato
'e te senti;e si perdo 'a pacienza,
mme scordo ca so' muorto e so mazzate!...
Ma chi te cride d'essere...nu ddio?
Ccà dinto,'o vvuo capi,ca simmo eguale?...
...Muorto si'tu e muorto so' pur'io;
ognuno comme a 'na'ato é tale e quale".
"Lurido porco!...Come ti permetti
paragonarti a me ch'ebbi natali
illustri,nobilissimi e perfetti,
da fare invidia a Principi Reali?".
"Tu qua' Natale...Pasca e Ppifania!!!
T''o vvuo' mettere 'ncapo...'int'a cervella
che staje malato ancora e' fantasia?...
'A morte 'o ssaje ched''e?...è una livella.
'Nu rre,'nu maggistrato,'nu grand'ommo,
trasenno stu canciello ha fatt'o punto
c'ha perzo tutto,'a vita e pure 'o nomme:
tu nu t'hè fatto ancora chistu cunto?
Perciò,stamme a ssenti...nun fa''o restivo,
suppuorteme vicino-che te 'mporta?
Sti ppagliacciate 'e ffanno sulo 'e vive:
nuje simmo serie...appartenimmo à morte!"
 

Bellissima interpretazione di Enzo Avitabile della 'A livella

 

sabato 7 settembre 2013

El video que debe dar la vuelta al mundo

Il video che deve dare la svolta al Mondo

Questo video sta spopolando su internet da vedere assolutamente per chi come noi ha un' idea di come deve cambiare il nostro pianeta "LA TERRA"


venerdì 6 settembre 2013

U RAGGHIJU D’U CIUCCIU



Un vecchio detto diceva "raglio d'asino non sale in cielo", 
questo asserivano i nostri vecchi riferendosi alla futilità delle parole uscite dalla bocca degli stolti.
In questa poesia di Frappanticchio che  può essere considerata un chiaro esempio di libertà,
anche l'asino animale  umile e servizievole, vuole sentirsi libero di ragliare quando gli pare, quando gli và.






U  RAGGHIJU  D’U  CIUCCIU


Vicinu  a  casa  mia ‘na  vota  c’era

nu  localicchiu , ccù mattuli e pagghja;
e pi bi precisari chi d’era,
v’haju diri ca puzzava di curtagghjia;
intra  sa staddra  mo è chiaru ?

Ci chiudianu nu ciucciu scronticatu
e  ija a sira, quando si ricugghija carricatu
avogghija u ci facia :  Ujjià catarra  Ujjià catarra
pi ru fari ragghijari. A mia putiva sempre,
 ristari a parra… e nu ragghijava.
 
Vinna nu juornu, chi na ‘mbardatura
ci vidi ‘ncuoddru, nova e risplendente:
dissi cuntiantu  allura  mo è sicura
na bella ragghijateddra,
 e imbeci nenti !

Però, quandu vinia ru tiampu i l’erva,

a cosa era diversa …….
e ru malerva , senza chi  nissunu
u stuzzicava, si ricugghija
 truttandu  e ragghijava.

Ija u capiva picchì ragghijava:

sulu  quandu  iddrhu vulia .
Puva  l’haju capitu, è chissa a prova:
Trippa chijna canta,
 nò cammisa nova.

Frappanticchio

mercoledì 4 settembre 2013

Enzo Avitabile

Gerardo nuvola 'e povere - Enzo Avitabile e Francesco Guccini






A nnomme _e Dio - Enzo Avitabile





salvamm o munno - enzo avitabile e bottari



lunedì 2 settembre 2013

Il Papa: «Chi fa chiacchiere, uccide i fratelli, Invidia e pettegolezzi distruggono le comunità»

La prima omelia nella cappella di Santa Marta dopo la pausa estiva. E su Twitter: «Mai più la guerra!»

 
 ROMA - «Quelli che in una comunità fanno chiacchiere sui fratelli, sui membri della comunità, vogliono uccidere». Lo ha detto Papa Francesco nell'omelia della messa celebrata lunedì mattina a Santa Marta, la prima con i gruppi dopo la pausa estiva. «Gelosia ed invidia», con il loro seguito di pettegolezzi, non sono solo sentimenti antichi, ma si ripropongono «ogni giorno nel nostro cuore e nelle nostre comunità».

«INVIDIA SEMINA IL DIAVOLO» - È quanto sottolinea Papa Francesco avvertendo che «una comunità, una famiglia, viene distrutta per l'invidia che semina il diavolo nel cuore e fa che uno parli male dell'altro e così si distrugga». Ammonisce il Papa: «Mai uccidere il prossimo con la nostra lingua. Perchè sia pace in una comunità, in una famiglia, in un paese, nel mondo, dobbiamo essere con il Signore e dov'è il Signore non c'è invidia, non c'è la criminalità, non c'è l'odio, non ci sono le gelosie ma c'è fratellanza».

«CHIACCHIERE UCCIDONO» - Francesco stigmatizza consolidate abitudini in base alle quali «il primo giorno si parla bene di chi viene da noi, il secondo non tanto, il terzo si incomincia a spettegolare e poi si finisce spellandolo» e accusa: «Quelli che in una comunità fanno chiacchiere sui fratelli, sui membri della comunità, vogliono uccidere», ricordando il versetto dell'apostolo Giovanni dove dice «"Quello che odia nel suo cuore suo fratello è un omicida". Noi siamo abituati alle chiacchiere e ai pettegolezzi ma -lamenta il Papa -quante volte le nostre comunità e anche la nostra famiglia sono un inferno, dove si gestisce questa criminalità di uccidere il fratello e la sorella con la lingua!». Proprio domenica pomeriggio il cardinale Tarcisio Bertone, segretario uscente di Stato Vaticano, aveva parlato di «intreccio di corvi e vipere» in Vaticano.

«MAI PIU' LA GUERRA» - Papa Francesco ha ripetuto poi in un messaggio su twitter le parole da lui pronunciate domenica in riferimento alla crisi siriana: «mai più la guerra! Mai più la guerra». È la stessa espressione utilizzata da Pio XII nel radiomessaggio di Natale del 1951 e fatta propria da Giovanni Paolo II nel gennaio 2003, per scongiurare la guerra in Iraq, ma anche da Paolo VI e Benedetto XVI in diverse occasioni.