I
cristiani chiudano le porte a gelosie, invidie e chiacchiere che
dividono e distruggono le nostre comunità: è l’esortazione lanciata da
Papa Francesco, stamani, nella Messa presieduta a Santa Marta nella
sesta giornata di preghiera per l’unità dei cristiani. Ce ne parla Sergio Centofanti:
La
riflessione del Papa è partita dalla prima lettura del giorno che parla
della vittoria degli israeliti sui filistei grazie al coraggio del
giovane Davide. La gioia della vittoria si trasforma presto in tristezza
e gelosia per il re Saul di fronte alle donne che lodano Davide per
aver ucciso Golia. Allora, “quella grande vittoria – afferma Papa
Francesco - incomincia a diventare sconfitta nel cuore del re” in cui si
insinua, come accadde in Caino, il “verme della gelosia e
dell’invidia”. E come Caino con Abele, il re decide di uccidere Davide.
“Così fa la gelosia nei nostri cuori – osserva il Papa - è
un’inquietudine cattiva, che non tollera che un fratello o una sorella
abbia qualcosa che io non ho”. Saul, “invece di lodare Dio, come
facevano le donne d’Israele, per questa vittoria, preferisce chiudersi
in se stesso, rammaricarsi” e “cucinare i suoi sentimenti nel brodo
dell’amarezza”:
“La gelosia porta ad uccidere. L’invidia
porta ad uccidere. E’ stata proprio questa porta, la porta dell’invidia,
per la quale il diavolo è entrato nel mondo. La Bibbia dice: ‘Per
l’invidia del diavolo è entrato il male nel mondo’. La gelosia e
l’invidia aprono le porte a tutte le cose cattive. Anche divide la
comunità. Una comunità cristiana, quando soffre – alcuni dei membri – di
invidia, di gelosia, finisce divisa: uno contro l’altro. E’ un veleno
forte questo. E’ un veleno che troviamo nella prima pagina della Bibbia
con Caino”.
Nel cuore di una persona colpita dalla gelosia e
dall’invidia – sottolinea ancora il Papa - accadono “due cose
chiarissime”. La prima cosa è l’amarezza:
“La persona
invidiosa, la persona gelosa è una persona amara: non sa cantare, non sa
lodare, non sa cosa sia la gioia, sempre guarda ‘che cosa ha quello ed
io non ne ho’. E questo lo porta all’amarezza, un’amarezza che si
diffonde su tutta la comunità. Sono, questi, seminatori di amarezza. E
il secondo atteggiamento, che porta la gelosia e l’invidia, sono le
chiacchiere. Perché questo non tollera che quello abbia qualcosa, la
soluzione è abbassare l’altro, perché io sia un po’ alto. E lo strumento
sono le chiacchiere. Cerca sempre e vedrai che dietro una chiacchiera
c’è la gelosia e c’è l’invidia. E le chiacchiere dividono la comunità,
distruggono la comunità. Sono le armi del diavolo”.
“Quante
belle comunità cristiane” – ha esclamato il Papa – procedevano bene, ma
poi in uno dei membri è entrato il verme della gelosia e dell’invidia e,
con questo, la tristezza, il risentimento dei cuori e le chiacchiere.
“Una persona che è sotto l’influsso dell’invidia e della gelosia –
ribadisce – uccide”, come dice l’apostolo Giovanni: “Chi odia il suo
fratello è un omicida”. E “l’invidioso, il geloso, incomincia ad odiare
il fratello”. Quindi, conclude:
“Oggi, in questa Messa,
preghiamo per le nostre comunità cristiane, perché questo seme della
gelosia non venga seminato fra noi, perché l’invidia non prenda posto
nel nostro cuore, nel cuore delle nostre comunità, e così possiamo
andare avanti con la lode del Signore, lodando il Signore, con la gioia.
E’ una grazia grande, la grazia di non cadere nella tristezza,
nell’essere risentiti, nella gelosia e nell’invidia”.
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