In occasione della giornata della legalità, si è svolto nell'aula magna del Liceo classico Pitagora di crotone un convegno per ricordare il piccolo Dodò ucciso dalla mafia mentre giocava a pallone. Nell'occasione è stato proiettato un video (di seguito riportato) che ripercorre i momenti più salienti della sua breve vita. invitano i docenti a promuovere iniziative didattiche per gli studenti.
 Articolo dal Programma Rai "Chi l'ha visto"
Adorava il calcio, fare la schedina, 
aveva tutti i pensieri e i gesti  degli appassionati del calcio, sin da 
quando era piccolissimo. E su un  campo di calcio è morto. Domenico 
Gabriele, detto Dodò, aveva 11 anni.  E’ morto per sbaglio. Se per 
sbaglio si può morire, così su un campo di  calcetto a Crotone, vittima 
innocente di un regolamento di conti tra  ‘drine. Storie di spaccio ed 
estorsioni. 
E’ morto il 20 
settembre 2009, dopo tre mesi di coma. I  suoi funerali si sono tenuti il 22.
 Era un bambino allegro,  intelligente, a scuola andava bene.Aveva scritto una lettera al 
presidente Berlusconi per  chiedere aiuto per la sua famiglia: “Tu dai i
 soldi alle famiglie  numerose, e a noi che siamo disoccupati? Io per 
questo non ho un  fratello o una sorella, perché mio padre non se lo 
poteva permettere". 
Giovanni, il padre, viveva di lavori precari e durante l’agonia di Dodò ha dovuto fare anche i conti con il taglio della corrente elettrica, perché non erano riusciti a pagare una bolletta. Una casa semplice, spoglia, tra le campagne della frazione di Canneto.
Giovanni, il padre, viveva di lavori precari e durante l’agonia di Dodò ha dovuto fare anche i conti con il taglio della corrente elettrica, perché non erano riusciti a pagare una bolletta. Una casa semplice, spoglia, tra le campagne della frazione di Canneto.
Se n’è andato dopo 
un’agonia  di tre mesi. Era la sera del 25 giugno 2009  quando un sicario 
sparò  all'impazzata sul campetto di calcio dove correva anche lui, 
nella  contrada Margherita, alla periferia nord di Crotone. Il killer 
mirava a  Gabriele Marrazzo, un emergente della mala locale, che 
inseguiva la  stessa palla. Oltre al morto, dieci feriti, compreso 
Domenico. 
 
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