L'autore si imbarca a Napoli per Paola e fa tappa innanzitutto a Cosenza, attratto dalla leggenda di Alarico. Si reca a Taranto in treno. Ritorna in Calabria e a Cotrone, l'odierna Crotone, ha un grave attacco di malaria. Qui conosce il medico Riccardo Sculco e la guardia civica, responsabile dei giardini pubblici Giulio Marino, a cui dedica belle pagine. Convalescente, si reca a Catanzaro, una città di origine bizantina e quindi sulla carta poco interessante agli occhi di un classicista, dove la bellezza della natura e l'ospitalità degli abitanti facilitano il recupero della salute. Da Catanzaro si reca a Squillace, dove rende omaggio a Cassiodoro, e prosegue infine per Reggio di Calabria, nel cui museo archeologico Gissing trova traccia del passaggio di Lenormant.
Vecchia Calabria di Norman Douglas è giudicato uno dei migliori libri di viaggio sulla Calabria. L'autore ripercorre l'itinerario, da Lucera a Crotone, descritto in due precedenti reportage di viaggio: La Grande Grèce dell'archeologo francese François Lenormant e Sulla riva dello Jonio (By the Ionian Sea) dell'inglese George Gissing. Douglas si interessa soprattutto al paesaggio, esotico e lussureggiante, e agli abitanti, ricchi di vitalità, facendo spesso riferimento all'archeologia e alle vicende storiche dell'età classica. Nonostante le dotte citazioni e i riferimenti letterari, nel testo di Douglas sono frequenti le considerazioni sulle condizioni sociali ed economiche della Calabria dei primi del XX secolo (per es., la malaria o il brigante Giuseppe Musolino). Per Douglas l'ambiente calabrese, pur aspro e difficile, contrasta con la "patologica mestizia degli uomini del Nord Europa".
Douglas parla anche di alcune zone della Basilicata, soprattutto il Pollino e Venosa, ove espresse anche un elogio ad un monumento della città di Orazio, il Complesso della SS. Trinità.
( Il giornalista e scrittore Philippe Broussard)
Philippe Broussard, inviato speciale del quotidiano
francese Le Monde e del settimanale L’Espress, visitò Crotone
alla fine di marzo del 2006 durante un suo viaggio nel meridione. Di seguito una
parte dell’articolo su Crotone.
“Ecco Crotone, 60.000 abitanti. Comune sinistrato
vicino al mare. Il suo sindaco è un esponente dell’estrema destra che ama tanto
le statue che evocano il fascismo, da aver fatto erigere un gladio gigante su
una collina dei dintorni.
Ma il Paese conosce Crotone per un altro motivo:
migliaia di clandestini, arrestati in tutto il Sud transitano per questa città
priva di fascino.
Il centro di trattenimento situato di fronte
all’aeroporto, è il più grande d’Europa. Alcuni stranieri che vi soggiornano
sono poi espulsi tramite charter. Altri, per lo più originari dei paesi in
guerra, possono beneficiare di un permesso di soggiorno provvisorio. Tentano
allora di lavorare in nero o di prendere il treno per il Nord.
Qualche sudanese senza soldi occupa una casa in
rovina vicino alla stazione. Un terreno incolto li separa dagli alloggi
popolari italiani, ma nessuno viene mai a trovarli. Il Sud è anche questo: una
terra così vicina all’Africa che a volte le sembra di subire la miseria del
mondo. Gli stranieri non sono i soli a voler partire. La maggior parte dei
giovani laureati non hanno scelta: la Calabria
non ha niente da offrire. [...]
L’emigrazione odierna, a differenza di quanto
avveniva in passato, riguarda una sorta di fuga di cervelli, vale a dire
personale qualificato, in direzione di territori più produttivi e gratificanti
sotto il profilo della remunerazione.
Crotone rischia di diventare una città di anziani e
di raccomandati incapaci, il fenomeno viene vituperato con fieri accenti di
sdegno e lamentele con torrentizie, calde, lacrime, degne del teatro di
Euripide, da ogni forza politica in campo. Ciò non toglie che tutto continui a
scorrere secondo il suo corso”. [...]
Philippe
Broussard, L’Italie d’en bas, L’Espress, Parigi, 6
aprile 2006
(Dal Blog Storia di Scandale di Luigi Santoro)
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