Si torna in campagna. Ma non per una vacanza in qualche agriturismo o
per un fine settimana lontani dal caos delle città. No, si torna per
lavorare, per una scelta di vita. Il fenomeno è sempre più diffuso tra i
giovani, e sta portando anche sorprendenti risultati dal punto di vista
occupazionale.
Secondo le ricerche di Coldiretti tre giovani su quattro sono
infelici al lavoro e scoprono il piacere dell’agricoltura. Ci provano.
Ecco perché l’occupazione nei campi nel 2013, in assoluta controtendenza
rispetto agli altri settori produttivi, è già cresciuta del 9 per cento
e un terzo delle aziende agricole del made in Italy è gestito da
ragazzi under 40 anni.
Perfino le esportazioni volano, a conferma del fatto che
l’enogastronomia può fare risultati importanti per la bilancia
commerciale: nel 2012 è stato toccato il record storico di 34 miliardi
di euro di prodotti esportati, tra l’altro in un momento nel quale tutti
i consumi alimentari sono in forte contrazione.
RITORNO ALLA TERRA, LE STORIE DI CHI L’HA FATTO. Che cosa vanno a fare i giovani nei campi? Vino, olio, prodotti locali e agriturismo.
Paolo
Gugliemi non ha ancora compiuto trent’anni, era molto vicino alla
laurea in Economia e pensava a un futuro da broker assicurativo.
Poi la decisione di cambiare vita. E la scelta di tornare a Monte San
Vito, in provincia di Ancona, per aprire una piccola azienda agricola,
dove tra l’altro si insegna ai bambini disabili la stagionalità dei
prodotti e come si possono creare oggetti in legno
riciclato.
“Più mi avvicinavo alla laurea e più pensavo alla vita tranquilla
dei mie nonni nel loro piccolo podere. Sentivo un’attrazione
fortissima, e ho voluto rischiare: oggi sono un uomo felice, realizzato,
convinto di essere riuscito a fare una buon azienda e un’attività
significativa nel volontariato” racconta Paolo Guglielmi.
Silvia Bendati, invece, faceva l’insegnante di scuola media:
ha lasciato il posto fisso e si è trasferita nella tenuta agricola di
famiglia a Toscanella di Dozza, in provincia di Bologna. Qui
adesso produce olio, vino sangiovese e bottiglie di passito disegnate da
lei.
“Volevo dare un futuro diverso ai miei figli, offrire loro
un’opportunità. E adesso nella mia azienda lavorano quindici persone, ed
io sono rinata….” .
Anche
Paolo Rotoli, 37 anni, dopo una carriera di quasi quindici
anni come informatico, ha mollato posto e ufficio per trasferirsi in
campagna. Oggi alleva capre, dalle quali ricava latte per i
formaggi, dolci e gelati che vende innanzitutto ai clienti del suo
agriturismo. Fino a qualche mese fa, Paolo riceveva telefonate dai suoi
ex compagni di lavoro che gli suggerivano di rientrare nel giro
dell’informatica. Ma lui ha risposta sempre allo stesso modo: in
campagna si sente un uomo felice.
E tu chi ti scurdasti, o testa pazza, chiddu
chi è scrittu nta la leggi mia
sempri in guerra sarà l'umana razza si cu l'offisi, l'offisi castia
a cu t'offendi tu vasalu e l'avvrazza
e in paravisu silirai cu mia,
mi nchiovaru l'ebrei nta sta cruciazza
e cielu e terra disfari putia!