L’amore perduto
Tonio e
Luigino venivano da Scandale, frequentavano l’ultimo
anno del Liceo classico al “Pitagora” di Crotone e stavano insieme a
pensione
presso un’anziana vedova. Avevano sempre preso l’autobus per andare a
scuola, ma dal mese di
gennaio le rispettive famiglie li avevano messi a pensione, per evitare
loro la
fatica del viaggio e metterli quindi nelle condizioni migliori per
affrontare
gli esami di maturità. I due non avevano mai brillato negli studi, pur
applicandosi coscienziosamente, anche perché negli anni precedenti non
si erano
mai tirati indietro quando era necessario dare una mano nel lavoro dei
campi o
in altre incombenze. Le famiglie del resto erano molto modeste e per
mantenere
quei figli a scuola si erano sobbarcate notevoli sacrifici, che Tonio e
Luigino cercavano di ripagare con un’applicazione coscienziosa e
metodica.
Al mattino si svegliavano non più tardi
delle sette, si ripulivano in fretta, prendevano velocemente la colazione preparata dalla padrona di casa
ed arrivavano puntualissimi a scuola per l’inizio delle lezioni. Stavano seduti
allo stesso banco in una classe completamente maschile e seguivano con molta
attenzione ciò che si faceva, specie le spiegazioni dei professori. Avevano
ancora vaghe idee sul loro avvenire, ma sapevano che, qualunque cosa avesse
loro riservato il futuro, era necessario studiare, applicarsi, imparare. Quando
suonava la campanella dell’uscita, erano tra i primi a varcare il portone ed
erano sempre puntuali per l’ora di
pranzo. Studiavano poi tutto il pomeriggio fino all’ora di cena e solo
raramente si concedevano il piacere di una passeggiata e qualche volta di un
film in uno dei tre cinema della città. Nelle loro passeggiate amavano
spingersi verso il mare, soprattutto verso il porto: si soffermavano ad
osservare i rari mercantili che attraccavano, oppure le barche dei pescatori,
che verso il tramonto depositavano sul molo le cassette stracolme di pesci. A
sera, dopo cena, spesso guardavano un po’ di tv su un monumentale apparecchio
in bianco e nero, che la padrona di casa teneva in soggiorno, come omaggio extra rispetto a
quanto loro dovuto per la retta mensile.
Tonio e Luigino vivevano così e non
chiedevano niente altro alla vita. Forse non immaginavano neppure che si
potesse vivere diversamente o che alla loro età si potesse chiedere o
pretendere di vivere diversamente.
Un giorno, all’uscita da scuola, ebbero una
sorpresa. Stavano ritornando a casa, di fretta come sempre, quando si accorsero
che una ragazza si era affiancata a
loro. La meraviglia aumentò quando la ragazza, che aveva appena finito di
scartare un pacchettino, fece vedere delle meravigliose frittelle, dicendo con
un sorriso:
-Mia
madre mi mette sempre qualche frittella di troppo. Posso offrirvene una?
Tonio,
che pure era il meno riservato dei due, fu costretto a deglutire prima di poter
rispondere, quasi balbettando:
-Certo,
grazie.
I
due ricevettero una frittella ciascuno, poi l’addentarono e la trovarono
veramente squisita, mentre intanto la ragazza salutava con un “ciao” e spariva
dietro la prima curva.
Poi arrivarono a casa, mangiarono come
sempre, studiarono come sempre, ma per tutta la giornata evitarono di parlare
della ragazza, come per un tacito accordo. Dopo qualche giorno la scena si
ripetè. I due solo all’ultimo momento si
accorsero della ragazza che, dopo aver offerto le frittelle, volle anche
presentarsi:
-Mi
chiamo Angela, sono di Cutro e frequento il Chimico. Vado a prendere l’autobus per
il ritorno a casa. Voi come vi chiamate?
Tonio
e Luigino avevano già addentato la frittella e mancò poco che il cibo andasse
di traverso quando riuscirono con qualche difficoltà a dire i loro nomi. Poi
Angela salutò e sparì velocemente dietro la prima curva, come l’altra volta.
Questa volta i due non riuscirono a non
parlare di lei. Al pomeriggio, interrompendo la traduzione di una versione
latina, Tonio disse:
-Però
quelle frittelle sono veramente buone. Ripiene di salami e formaggi delicati sono veramente una delizia.
Vero che a quell’ora, poco prima di pranzo, mi fanno passare un po’ l’appetito,
ma ci fa niente. Non trovi?
-Sì,
certo, rispose Luigino, e in ogni caso, se questo è il prezzo da pagare per
rivedere Angela, ci può anche stare. Sono sicuro che la rivedremo ancora,
magari anche presto. Solo che non ci facciamo una bella figura ad accettare
sempre, senza mai offrire nulla in cambio.
-Ma
che vuoi offrire a quell’ora?, replicò Tonio.
-Non
so, bisognerebbe pensarci, concluse Luigino.
Dopo un paio di giorni i due stavano ritornando a casa, come sempre.
Luigino nella cartella dei libri era riuscito a trovare posto anche per una
confezione di pasticcini secchi. Li avevano comprati assieme e si erano
raccomandati con il pasticciere che fossero freschi e morbidi: ne avevano anche
assaggiati un paio e li avevano trovati squisiti. Quando la ragazza si avvicinò
ad offrire le frittelle, Luigino si fece coraggio ed offrì in cambio i
pasticcini.
-Ma
sono secchi, disse la ragazza, e a quest’ora non riesco a mangiarli!
-Li
mangerai al pomeriggio, replicò Luigino, il quale con decisione mise la confezione nelle mani
della ragazza. Che li accettò, li conservò nella sua cartella dei libri e si
affrettò poi verso l’autobus.
-Ciao,
gridò, mentre si allontanava. Ma voi uscite qualche volta al pomeriggio o
studiate sempre?
Qualche giorno dopo, al mattino Tonio
non si alzò dal letto. Disse che aveva un forte mal di testa e che quel giorno
non sarebbe andato a scuola. Luigino si meravigliò: altre volte lo aveva
visto andare a scuola anche con la
febbre addosso. Ma non fece molte domande. Durante le ore di lezione notò più
volte il posto vuoto accanto al suo, ma cercò di non pensarci più di tanto e
anzi si sforzò di essere più attento del solito. Sulla strada del ritorno non
vide Angela e anche questo lo meravigliò un pochino. Arrivato a casa, non trovò
Tonio, il quale arrivò poco dopo di lui e disse di essere andato in farmacia a
comprare una medicina.
Dopo un paio di giorni la cosa si
ripetè, ma questa volta Tonio non accampò giustificazioni: disse soltanto che
non sarebbe andato a scuola. Quel giorno Luigino, più della volta precedente,
si ritrovò a fissare il posto vuoto accanto al suo e si accorse che non riusciva ad essere attento
alle lezioni. La sua mente vagava senza meta su uno sfondo nel quale si
intravedevano le immagini di Tonio, di Angela, delle frittelle, dei pasticcini,
dei professori e di tante altre cose che occupavano e riempivano le sue
giornate. All’uscita da scuola trovò Tonio ed Angela che erano lì ad
aspettarlo: si stavano dividendo
l’ultima frittella della giornata e si tenevano per mano. Angela sentì
il bisogno di scusarsi per il fatto che non era rimasta una frittella per lui.
-Oggi,
disse, mia madre mi ha preparato poche frittelle, ma ne farò preparare di più
per domani.
-Non
ti preoccupare, rispose Luigino, ci sono cose più importanti delle frittelle.
Al
momento dei saluti Tonio e Angela si scambiarono un bacio.