martedì 18 dicembre 2012

Renato Castellani


Renato Castellani, Regista cinematografico e sceneggiatore, nato a Varigotti (Savona) il 4 settembre 1913 e morto a Roma il 28 dicembre 1985.
Filmografia:
Una breve stagione(regia) Renato Castellani 1969
Questi fantasmi (2)(regia) Renato Castellani 1967
Controsesso(regia)  Franco Rossi, Marco Ferreri, Renato Castellani 1964
Tre notti d'amore(regia) Franco Rossi, Luigi Comencini, Renato Castellani 1964
Mare matto(regia) Renato Castellani 1963
Il brigante  (regia)  Renato Castellani 1961  ( Scandale)
Nella città l'inferno(regia)  Renato Castellani 1958
I sogni nel cassetto(regia) Renato Castellani 1957
Giulietta e Romeo (regia)  Renato Castellani 1954
Due soldi di speranza(regia) Renato Castellani 1951
È primavera(regia) Renato Castellani 1950
Sotto il sole di Roma(regia) Renato Castellani 1948
Mio figlio professore(regia)Renato Castellani 1946
Zazà (regia)  Renato Castellani 1944
La donna della montagna(regia)  Renato Castellani 1943
Un colpo di pistola(regia)   Renato Castellani   1942


    Tratto da Violetta Spensierata (Polvere di stelle)  di Ezio Scaramuzzino  
                                                
Mentre Castellani imprecava contro di me, lanciandomi una pedata che mi colpì di striscio, qualcuno provvide a portare di corsa l’attrice dal medico Mauro, che la curò, iniettandole un’antitetanica, disinfttando la ferita e applicandovi una garza e un cerotto.
Qualche giorno dopo si stava girando una scena di massa sotto una pioggia artificiale. C’era molta confusione sul set e Castellani impartiva ordini, gridando in un megafono con la sua vocetta stridula, come fosse spiritato. Mi avvicinai a lui, approfittando della confusione, e mi fermai alle sue spalle. Studiai le sue mosse e, come mi accorsi che stava prendendo la rincorsa per precipitarsi chissà dove, infilai il mio piedino destro in mezzo ai suoi.
Il famoso regista, che era un ometto basso e magro, fece dapprima una capriola su se stesso, riuscendo quasi miracolosamente a rimanere in piedi, ma poi perse definitivamente l’equilibrio, navigò scivolando per un paio di metri in un mare di fango e cadde bocconi, lungo disteso sulla strada.
Chi lo soccorse e lo stesso Castellani, quasi irriconoscibile per il fango limaccioso che gli ricopriva il volto, erano convinti che la caduta fosse da addebitarsi alla concitazione del momento. Io intanto, sgattaiolando tra la gente, riuscivo ad allontanarmi. Mi ero vendicato della mancata assunzione come figurante e, soprattutto, cosa che mi bruciava particolarmente, mi ero vendicato della pedata di qualche giorno prima. Eravamo pari, finalmente, anzi, forse, potevo anche mettere in conto un piccolo, ma significativo vantaggio su di lui.

(Molo Renato Castellani a Varigotti (SV)

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