venerdì 15 maggio 2015

Prof. Francesco Cosco - Le Orme del Monachesimo nel Parco nazionale della Sila -


Le Orme del Monachesimo nel Parco nazionale della Sila”  è il titolo dell’ultimo saggio storico di Francesco Cosco, docente di materie letterarie in pensione. Il saggio, edito dal Parco nazionale, rappresenta un interessante percorso che conduce i lettori “dai valori dello spirito allo sviluppo del territorio tra Basiliani, Bendettini, Cistercensi e Florensi”   consta di ben tredici capitoli nei quali vengono descritti con dovizia di particolari e di fotografie numerosi monasteri che, nel corso dei secoli, furono costruiti e vissuti nell’ Altopiano silano. Ampia anche la bibliografia  della stessa pubblicazione a cura di Piero De Leo, medievalista dell’ Unical, a cui si aggiungono le presentazioni di Sonia Ferrari e Michele Laudati rispettivamente presidente e direttore della stessa riserva naturalistica. Si tratta, come spiega la presidentessa Ferrari di uno “studio che apre ad un insieme di novità finora sconosciute o emerse in parte, che danno all’Altopiano della Sila una veste storica particolare e, per il ruolo dell’attuale Parco nazionale, insospettati trascorsi. Una cinta di grandi e famose abbazie, oltre al silenzio anacoretico, vi trovarono intorno il terreno fertile     a sopravvivere”.        “Se mancava  un tassello nella peculiarità del Parco – aggiunge la Ferrari – in merito ad una eccellente ricchezza di biodiversità, paesaggistica e storica, perché esso sia ritenuto soggetto di considerazione di considerazione da parte dell’Unesco, il periodo del Monachesimo così come contenuto nel testo completa egregiamente le tessere del mosaico”. Dai Cistercensi di Sant’Angelo de Frigillo e di Calabro Maria di Altilia ai Florensi di San Giovanni in Fiore e di Zagarise, dal Francescanesimo dell’attuale santuario petilino della Sacra Spina e del monastero di Acquaviva di Zagarise alla spiritualmente esaltante presenza del monachesimo italo greco e basiliano, il saggio collega fra di loro i numerosi cenobi che fecero dell’Altopiano silano nel corso dei secoli quella potentissima “Sila Abaziale” in cui oltre alla religiosità si racchiuse l’economia e la politica per un’ampia porzione dell’Entroterra della Calabria mediana. Tutto “minuziosamente documentato” come osserva nella propria prefazione il professore De Leo in un’opera che “segna indubbiamente una tappa significativa sul piano storiografico, soprattutto per quanto attiene la storia monastica della Calabria e del Mezzogiorno d’Italia, senza trascurare gli apporti determinanti che le istituzioni ecclesiastiche arrecarono sul territorio silano e i suoi abitanti”. Quali le motivazioni del saggio cui, fra le altre cose, è allegata una mappa datata 1663 a cura del Gallucci? “In primo luogo l’osservazione che gran parte delle grandi abbazie monastiche del Sud Italia  – si legge nella premessa dell’Autore -  siano sorte in circolo intorno all’Altopiano della Sila e se ne voglio studiare i motivi, poi perché l’epopea monastica si impose come un particolare periodo storico per la Calabria che, tramite l’apporto di una buona organizzazione economica e culturale, in parte attutì l’ostracismo sociale e spirituale di un Medioevo che nel resto d’Italia fu negativo”. 

Francesco Rizza

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