venerdì 21 giugno 2013

La tarantella calabrese o tirantella

La tarantella calabrese o tirantella (anticamente u sonu) è un termine generico che racchiude le diverse espressioni coreutico-musicali diffuse nella penisola calabrese, con tratti che la rendono distinguibile dalle altre del Sud Italia, specie nel ritmo. In essa sono assenti i riferimenti agli esorcismi del tarantismo, ma assume più un ruolo di danza per le occasioni festive o religioso-processionali.

EVOLUZIONE DELLA TARANTELLA CALABRESE
In Calabria il ballo tradizionale inizia a perdere la sua funzionalità sociale già nel '900, persistendo solo in alcune aree, per esempio, per quanto riguarda l'Aspromonte nella Valle di Sant'Agata[2], intorno a Cardeto[3], in altre zone in provincia di Reggio Calabria soprattutto sul versante jonico, dove la danza in pubblico resiste in occasione di festività religiose[4][5][6], o in diversi centri del Pollino[7],[8] dove spesso si è mantenuto il significato e la funzione che la danza aveva in passato in seno ad una comunità. Lo svolgersi di Festival ed eventi musicali, soprattutto estivi, e di stage e corsi di ballo, rappresenta invece una evoluzione differente legata alla modernità e globalizzazione. Il rischio è ovviamente quello di perdere il linguaggio coreutico originario della danza (e spesso della funzione stessa della "rota"

TIPOLOGIE DI TARANTELLE
Nonostante vi sia una certa omogeneità nella Tarantella ballata e suonata in tutta la Calabria, vi sono comunque delle caratterizzazioni geografiche: dalla libera del catanzarese orientale al sonu a ballu aspromontana e dallo zumparieddu della Sila alla viddanedda reggina e caratterizzazioni di stile: fimminina, masculina, libera.

Tarantella calabrese nel vibonese

In alcune zone della Calabria, come alcuni paesi del vibonese, la danza pubblica era, fino ad alcuni decenni fa, riservata agli uomini. Il suo ritmo (in 6/8) è riconoscibile anche nelle basi musicali dei tamburi che accompagnano i tradizionali "Giganti" (coppia di enormi fantocci con la testa di cartapesta fatti ballare da due uomini al loro interno).

Tarantella Arbereshe

La tarantella arbëreshë nasce dall'incontro della tipica danza arbëreshë la Vallja con la tarantella calabrese in paesi come: Lungro, a Castroregio, a Plataci e a San Sosti 


IL BALLO
Il ballo è in coppia uomo-donna, ma può essere anche uomo-uomo o donna-donna, e avviene dentro ad uno spazio circolare di persone definito rotaU mastru i ballu (maestro di ballo) si pone al servizio dei danzatori e dei suonatori e decide l'ordine con cui i componenti della rota possono ballare gestendone i turni. I suonatori fanno parte della rota e seguono l'andamento del ballo con il ritmo. La rota è sempre una sola, là dove c'è il suono, e non si balla al di fuori di essa ma si partecipa alla festa insieme: c'è tempo perché tutti ballino e tutti i suonatori si avvicendino. U mastru i ballu è nelle feste private il padrone di casa e nelle occasioni pubbliche (ballo di piazza) una persona che conosce le dinamiche della comunità, saprà quindi far ballare in coppia persone che anche durante le attività quotidiane sono amiche, evitandole persone che fra di loro hanno dissapori. La tarantella tipica della Provincia di Reggio Calabria, a detta degli ultimi suonatori tradizionali viventi, è principalmente una danza di corteggiamento che rappresentava una delle poche occasioni di contatto diretto tra persone di sesso differente.

Fasi di ballo

  1. I musicisti iniziano a suonare e si compone la rota, il maestro di ballo si pone al centro
  2. Il maestro di ballo saluta i suonatori e accenna i primi passi della danza all'interno del cerchio
  3. Il maestro di ballo sceglie la prima persona dalla rota che ballerà con lui
  4. Il maestro di ballo sceglie un'altra persona da far ballare con la precedente
  5. Al grido da parte del Mastru i Ballu di: "Fora u primu" (fuori il primo) il primo ballerino scelto ritornerà nella rota e il mastru i ballu ballerà col secondo ballerino. Nel caso di una signora spesso si preferisce il "Grazie signora" per cambiare turno.
  6. Il maestro di ballo sceglierà il terzo ballerino da far ballare con il secondo e così via.

Passi della danza

Quando si balla generalmente si eseguono dei passi "puntati" che seguono cioè il ritmo del tamburello, ogni ballerino esprime la danza e la musica come meglio crede ma sempre restando all'interno di un linguaggio coreutico condiviso e di rispetto per la dama con cui sta ballando.
I passi fondamentali, che si basano su delle terzine, possono essere fatti anche sul posto, ma generalmente vi è un giro, un ruotare antiorario dei ballerini all'interno della rota.
Le braccia assumono diverse posizioni a seconda se uomo o donna: l'uomo tenderà a sollevarle e muoverle maggiormante, fino -nella danza uomo-uomo- ad assumere l'atteggiamento di una sfida-lotta con il coltello, mentre la donna generalmente non le solleva mai oltre la spalla muovendole leggermente, o le tiene poggiate sui fianchi.
Generalmente all'inizio del ballo i due ballerini sono a distanza, man mano l'uomo si avvicina fino ad arrivare a "chiedere le mani" alla donna, porgendogliele con il palmo verso l'alto, per il ballo intrecciato. In molte zone della Calabria si balla senza mai prendersi per mano, cosa che comunque restava riservata alle coppie di coniugi o tra parenti stretti. Nel ballo uomo-uomo o donna-donna ci si poteva prendere dalle braccia. Una volta allacciata la coppia comincia a girare in senso antiorario eseguendo dei cerchi in cui la donna cerca di mantenere comunque il centro della rota.
GLI STRUMENTI MUSICALI
Gli strumenti caratteristici della tradizione calabrese sono: La zampogna, sostituita in seguito dall'organetto, accompagnata da un tamburello, in alcune zone si usavano la pipita o i fischiotta, mentre nella zona della locride e del monte Poro si usava la lira calabrese. Il ritmo è basato su terzine con un tempo in 12/8 e talvolta in 6/8.
Tipi di zampogne:
  • Zampogna a chiave
  • Zampgna a paru
  • Zampogna surdulina
  • Zampogna a moderna
  • Zampogna della pre Sila-Area Reventino (anche detta Conflentana)

PRINCIPALI FESTIVAL DI TARANTELLA CALABRESE

giovedì 20 giugno 2013

Daniele Sepe

Fare buona musica e magari guadagnarci pure...

1975-1980
    STUDIA E LAVORA
  • Suona ed incide con i "Zezi" di Pomigliano D' Arco.
  • Si diploma in flauto al Conservatorio
    "San Pietro a Majella" - Napoli.
  • Compra un sassofono e infesta la new-vawe napoletana:
    Little Italy, Bisca, Degrado
  • Inseriti nuovi prodotti che hanno comportato un aumento delle entrate del 23%.
1980-1989
    ANNI DI SACRIFICI
  • Si dà alla musica seria (2° suite di Bach all' auditorium RAI di Napoli, musica barocca con "La Cappella della Pietà dei Turchini" , musica contemporanea con Luciano Cilio).
    Troooppo seria.
    Irrinunciabile rinuncia.
  • Per vivere si vende a chiunque, da Nino D' Angelo a Gino Paoli, da Eduardo De Crescenzo a Nino Buonocore, non c' è disco prodotto a Napoli che non abbia un suo sassofono.
  • Si rende conto che la vita del "turnista" è decisamente di merda.
  • Ideazione ed implementazione di corsi di addestramento per nuove risorse.
1989-1994
    ANNI DI SEMINA
  • Con i risparmi delle mille tournees rinuncia all' acquisto di un automobile e si autoproduce
    il primo album: "Malamusica".
    Splendide critiche pessime vendite.
  • Insiste, rinuncia a dischi altrui e concerti altrui, fa la fame.
    Trova la forza di incidere "L' uscita dei galdiatori" e "Play standards and more".
    Splendide critiche pessime vendite.
    Dimagrisce dieci chili.
  • Aumento delle vendite ed allargamento del mercato.
1994-1998
    ANNI DI RACCOLTO
  • Viene raccolto sulla spiaggia di Miseno da Ninni Pascale della Polo Sud appena in tempo.Quest' ultimo gli propone di fare un disco per una nuova etichetta.
  • Incide "Vite Perdite".
    Splendide critiche ottime vendite.
  • L' album è pubblicato per tutto il mondo dalla Piranha (Berlino).
  • Arrivano i registi:
    Martone "L' amore molesto" Ferrario "Figli di Annibale" Battiato "Cronaca di un amore violato" Pannone "Lettere dall' America"-"Sirena Operaia" Vacis - Baricco "Totem" Caria "Diciassette" e "Carogne" Cappuccio - Nunziata - Gaudioso " Il Caricatore" e "La vita è una sola" 
  • Incide "Spiritus Mundi".
  • Inizia una collaborazione col Manifesto che stampa "Trasmigrazioni" e l' antologia "Viaggi fuori dai paraggi".
  • Fioccano i premi e arriva qualche lira, rimane comunista e pubblica "Lavorare Stanca" , un libro+cd sull' ereditarietà del lavoro in Italia.
1998-2001
ANNI DI VENDEMMIA
  • E' premiato al "Tenco" per "Lavorare stanca" (miglior album in dialetto), gli arriva pure la nomination (UANEMA!) per il PIM (Premio italiano della musica...), vince il premio qualità del ministero per una colonna sonora (e stavolta so soldi!Menumale...), comincia a lavorare con Lanterna Magica (Enzo D'Alò) al "Pinocchio", ma è sempre difficile.
  • E' invitato alle più prestigiose rassegne di World-Music europee: "Womad" Bruxelles "La fete de la musique" Parigi "Les Allumees" Nantes "Beethoven Kunstenhalle" Berlin "Opera Festival" Wexford "Ritmos" Porto etc... insomma viaggia...
  • Pubblica "Conosci Victor Jara" con la collaborazione di Josè Seves. Ad oggi (3/001) per 24(!) settimane nella classifica Indies di vendita, tra Pelù e Consoli.Bella suddisfazione...
  • Pubblica "Truffe & Other Sturiellett" allo scopo di capire se si può permettere di tutto col suo pubblico.Se lo comprano, ormai li ha in pugno...
  • Insieme a Mario Martone mette in scena il mai rappresentato"I Dieci Comandamenti" di Raffaele Viviani per il Teatro Argentina, spopola pure a teatro...

2002
ANNI DI BISBOCCIA
  • Pubblica "Jurnateri", sempre per "Il Manifesto".20.000 copie in meno di sei mesi. Il cd include il video di "Un Altra via d' uscita" che vince Castelli Animati. Non c' è male per un disco con pezzi di Ignazio Buttitta...e poi dicono che la colpa è del pubblico...
  • Vendite eccezionali, critica latitante, ma lui ormai se ne fotte. Progetta finalmente l' aquisto di un auto nuova (non se ne farà niente, la vecchia va ancora bene).
  • Torna la carica dei registi. Realizza la colonna sonora di "Amnesia" di Gabriele Salvatores, e comincia a lavorare con Enzo D'Alò, prima il "Pinocchio" poi...
  • Su RaiTre la trasmissione farenheit fa un referendum fra gli ascoltatori: volete Sepe o Manu? Il nostro stravince! Roba da non credere... e senza una lira di promozione, un etichetta, un ufficio stampa, un agenzia, una segretaria, un promoter, una donna delle pulizie...
  • Pubblica il cd antologico "Senza Filtro" con Felmay, vince lo "Choc de la musique" in Francia e va nelle classifiche delle Words Charts Europee.
  • Pubblica "Anime Candide/Canzoni d' amore e di guerra" per il manifesto.E' invitato allo "Strictly World Music Festival" edizione 2003 a Marsiglia. Il cd arriva al 48° posto nella classifica generale Top100 italiana, che non è proprio poco per un mattoncino così...
  • Pubblica "Truffe vol.2", "Nia Maro", "Una banda di pezzenti" e "Suonarne 1 per educarne 100". La gente gli vuò bene e continua a comprà i paccotti che gli propina. Più la gente gli vuò bene e più la critica lo abbandona così che per sua fortuna non vince più i premi (che quando li vinci devi andare a suonare gratis, pagare i musicisti e in cambio ti danno 'na medaglietta con Padre Pio...). tant' è vero che lo propongono per il nastro d'argento pe' la colonna sonora del film dell De Lillo "Il resto di niente" che però non vince a favore di 'na colonna sonora guarda caso prodotta dalla Caselli (Do you remember SanRemo?)
  • Se ne fotte, vende il BMW650 che non gli è mai piaciuto, rimette a posto la vecchia XT500 e continuà a camminà nonostante gli acciacchi e la cervicale. 



DISCOGRAFIA
"Malamusica"- Il parco (1991) Polo Sud (1996)
"L' Uscita dei gladiatori"- Stile libero/Virgin (1992)Il Manifesto (1997)
"Play Standards and more" - Officina (1993) MVM (1997)
"Vite Perdite"- Polosud-Piranha (1994)
Rockstar - fra i cento migliori cento album degli anni novanta.
Rockerilla - miglior album dell' anno.
1° posto nella World Music Charts Eurepoee nel 1996.
5° posto nelle List di "Folkroots" (Gb)
"Spiritus Mundi" - Polo Sud (1995)
Rockerilla - album dell' anno
Folkroots - 4° posto nelle list.
"Viaggi fuori dai paraggi" - Il Manifesto (1996)
La Repubblica - Musica - 6°posto classifica dei lettori
"Trasmigrazioni" - Il Manifesto (1996)
"Lavorare stanca" -CNI (1998)
Premio Tenco 1998 quale migior album in dialetto.
World Music Charts Europee - 6° posto settembre 1998
World Music Charts Europee - 6° posto ottobre 1998
Folk Roots - 3° posto shelving crisis list ten
"Totò Sketches" - Polosud (1999)
"Conosci Victor Jara?" - Il Manifesto (2000)
"Truffe & Other Sturiellett Vol. 1" - Polosud (2000)
"Jurnateri" - Il Manifesto (2001)
"Senza Filtro " - Felmay (2002)
World Music Charts Europee - 5° posto novembre 2002
Choc de la Musique 2002
"Anime Candide/Canzoni d' amore e di guerra - Il Manifesto (2003)
Classifica generale di vendita Ricordi/Feltrinelli Mediastore - 10° posizione
48° posto nella classifica generale Top100 italiana
"Truffe & Other Sturiellett Vol. 2" - Polosud (2004)
"Nia Maro " - Il Manifesto(2005)
"Una Banda Di Pezzenti " - Rai Trade (2005)
"Suonarne 1 per educarne 100 " - Il Manifesto(2006)
ANTOLOGIE
Napoli antifascista Crime Squad (1994)
Raccolte Differenziate n.1 Polygram (1995)
L'Italia del Rock La Repubblica (1995)
Trasmigrazioni Manifesto-Officina (1996)
Napoli (disco del mese) La Repubblica (1996)
Le città musicali nel mondo De Agostini (1996)
Folkroots Folkroots (GB) (1996)
Strictly WorldWide x5 Piranha (DE) (1996)
Migranti Olis (1997)
Il canto di Napoli L' Unità (1998)
Italie:musique populaires d' ajourd Buda Records (FR) (1998)
Italy - music rough guide World Music Network (GB) (2000)
Suoni di Bande World Music (2000)
Radical Mestizo Revelde Disco (Spagna) (2000)
Travellin' Companion WeltWunder Records (DE) (2001)
Tribù Italiche - Campania World Music (2002)
Piranha Allstars Piranha (DE) (2002)
Amnesia (colonna sonora) Edel (2002)
Piazza Carlo Giuliani Edel (2002)

domenica 16 giugno 2013

Beppe Grillo, hai sopravvalutato gli Italiani

Dal blog Mentecritica
scritto da un lettore: Tinouche

Negli ultimi mesi ho osservato Beppe Grillo ed ho visto cambiare l’espressione del suo volto. La luce che rischiarava anche le più  feroci delle sue invettive, quel sorriso negli occhi sbrilluccicanti da ragazzaccio che ha fatto si’ che molti di noi, non restando spaventati da “certi suoi termini” e “certi suoi toni”(ed essendo invece da decenni terrorizzati da “certe azioni” ben più  incisive, ben meno democratiche, di altri protagonisti della politica) lo votassero, ha velocemente ceduto il passo ad un’amarezza che sembra virare allo sconforto. Beppe Grillo non ride più  mentre lancia i suoi anatemi su psiconani, capitani non coraggiosi, ebetini e via stigmatizzando: una realtà  grigiastra sembra aver pietrificato il suo sorriso,(o ghigno che chiamar lo si voglia, da parte di alcuni) in una maschera di amaro stupore.
Io, che sono tra coloro che hanno votato il M5S, ritenendo che nessuna inesperienza dei neofiti potesse fare più’ danni della grande esperienza delinquenziale consolidata nelle nostre istituzioni, e trovando assennato proprio quel programma che si continua a spacciare per inesistente, sono commossa dall’ingenuita’ che quest’uomo sta dimostrando nelle sue sempre piu’ roche invettive.
E mi rivolgo proprio a lui, emulando la pubblicita’ in cui una Uma Thurman addobbata come un’italica Rificolona apostrofa ironica il sudato intervistatore, per dirgli: ehi Beppe, ma che ti aspettavi?
L’Italia appare da sempre un paese diviso da opposte visioni (e interessi) che le fazioni politiche rappresentano solo in parte, e cio’, si dira’, e’ la sostanza stessa della democrazia. Certamente, ma il problema si fa impasse nel momento in cui siamo chiamati a decidere a quale di queste legittime e democratiche fazioni affidare il timone del governo. Neanche una legge, il famigerato Porcellum, congegnata appositamente per eludere questa realtà’ di insolubilità’ di elementi, sembra essere piu’ sufficiente a garantire la governabilità’ del paese. Ultimo salvagente nel naufragio dei partiti, vituperata da tutti ma tenuta stretta e frequentata come la prostituta che fa vergogna, ma che rimane l’unica dispensatrice degli ultimi orgasmi per vecchi viveur della polis, neanche questa pseudo-legge elettorale riesce piu’ a nascondere la realta’ dissociata del popolo e dei confliggenti interessi italiani.
Cosa credevi, Beppe Grillo, che la ragionevolezza di una visione più’ umana, più’ eco-sostenibile della società’, la tautologica rivelazione della schifezza ingiustificata degli stipendi e delle pensioni d’oro, l’evidenziare le supercazzole spacciate per esperienza politica vincente a confronto con il sano sbalordimento dei neofiti della medesima politica, il fare leva insomma su un Umanesimo del ventunesimo secolo, semplice in quanto ovvio, condivisibile e pure scarno, come lo sono le verità’ universali, bastasse a guidare il nostro popolo verso una presa di coscienza globale e cioè’ verso il vagheggiato cento per cento?
Ma chi siamo noi, o Beppe, noi italiani brava gente?
Non siamo (anche) i liberi professionisti dalle parcelle al cui confronto lo stipendio intero di un mese di un lavoratore dipendente appare una piccola mancia? Non siamo (anche) gli insabbiatori di stragi di stato? Non siamo (anche) tanti psiconani che pensano che mazzette e corruzione siano un male minore degli straccioni e dei drogati? Non siamo (anche) i maestri e gli infermieri e i medici la cui inadeguatezza e’ rivelata dai video e dalle testimonianze di malasanità’ e violenza? Non siamo (anche) i massacratori impuniti (o risibilmente puniti) dei Cucchi, degli Aldrovandi, degli Uva? Si’ siamo anche questo, il Popolo italiano e’ anche questo, perche’ i vertici da soli non bastano a sostentare tanto malaffare, e la tua ingenuita’ e’ stata forse quella di immaginare che, sotto l’ombra nera di istituzioni corrotte, languisse una fulgida massa onesta che non aspettava altro che la liberazione da un Male estraneo ed oppressore. Invece il Male, ahimè’, e’ tra di noi e dentro di noi, noi popolo, noi cittadini comuni, che a volte non siamo neanche più’ in grado di riconoscerlo: basta guardare come anche tra i sostenitori del M5S si stia facendo largo la defezione causata, si dice, dal tuo aver mantenuto il punto fermo del non inciucio, perché’ in fondo vanno bene le parole in campagna elettorale, ma poi nei fatti si sa che le cose italiane vanno cosi’, e allora era naturale, logico, “politico”, poi, allearsi con “qualcuno”, per fare “qualcosa”. Quel qualcosa che e’ il Nulla che siamo riusciti veramente a cambiare nei secoli del consociativismo e dell’inciucio. Partire per costruire una reggia e ritrovarsi poi con una tegola sporca in mano, questo doveva fare il M5S, e tirare a campare, che poi anche tutto questo purismo e’ una cosa che a lungo andare a noi italiani ci mette anche a disagio, e non e’ un atteggiamento “politico”. L’importante e’ dire che non bisogna essere violenti nei toni, imparare il politichese e non rispondere mai a tono alle istanze di chi ci chiede conto, mettere le mani in pasta e poi si vedrà’.
E allora che dire, che siamo spacciati? Senza arrivare a questo bisogna accettare il fatto che il risanamento di questo nostro paese e’ un’opera lunga e faticosa, che passera’, se vi ci applicheremo con costanza, attraverso prima un’epurazione delle istituzioni dal marciume che vorrebbe spacciarsi per esperienza, e poi un serio lavoro sulla formazione e sulla cultura, dal più’ piccolo al più’ grande livello delle nostre strutture e dei nostri programmi educativi. Solo una evoluzione e un risanamento culturale del pensiero potrà’ dare alle generazioni future la speranza che la vita in Italia non dipenda solo dall'affinamento dell’arte di arrangiarsi.
Per ora, in questi anni bui, una certezza ci sostenga: la consapevolezza, non snob, non elitaria, di far parte di una minoranza che speriamo contagiosa, ma che per ora minoranza e’. Mi torna in mente Nanni Moretti in “Caro diario”, quando al termine di una sua riflessione a un semaforo scende dalla Vespa e rivolgendosi a un guidatore in decapottabile sportiva gli comunica di essere consapevole di far parte di una minoranza. L’altro secco gli risponde “auguri” e sgomma via.
Non possiamo far nulla per chi sgomma via, possiamo solo non rimanere fermi al semaforo e immetterci anche noi nelle strade, consapevoli della maggiore lentezza del nostro mezzo, sperando di costruire sia pur lentamente un traffico piu’ umano.

sabato 15 giugno 2013

Franco battiato "e la musica muore"


.......Anni '60/70/80 semplicemente stupendi...creativi.....in una sola parola....MAGICI!!

La versione originale di Juri Camisasca del 1975




venerdì 14 giugno 2013

Mandela


'A cruci di povari" , il nuovo spettacolo di Danilo Montenegro

Un Cristo che invita non alla preghiera, non alla richiesta fiduciosa e remissiva di un miracolo, ma alla presa di coscienza, alla ribellione solidale e condivisa per risolvere gli affanni, grandi e piccoli, che gravano sulla vita quotidiana del contadino, del povero, dell’umile. È questo, in sintesi, il messaggio de ‘A cruci di povari, la ballata composta da Danilo Montenegro nel 1974, che ritorna, pregna e densa di attualità e di denunce, nello spettacolo musicale e teatrale cui dà il titolo.‘A cruci di povari, A ricchizza ppe’ figghijoli (il sottotitolo è una polisemica nota di speranza) si preannuncia come una summa dei temi trattati da Montenegro fino a questo punto della sua carriera artistica, ed è appena il caso di ricordare le molteplici espressioni - musica, poesia, pittura - a cui l’artista ricorre nel suo ruolo di neocantastorie. Decisiva, per la stesura del prologo, la conoscenza della controstoria che tanta nuova luce sta gettando sugli eventi coevi e successivi all’unità italiana (il riferimento è Pino Aprile, con il suo Terroni) e che dà spunto a Montenegro per esprimere con maggiore amarezza, con più veemente forza, se ciò è possibile, tutto lo sdegno per le condizioni in cui hanno versato storicamente le classi subalterne e di cui le vicende pre e post unitarie sembrano segnare la genesi. Le violenze, i soprusi, il genocidio, la miseria che hanno distinto la conquista sabauda, danno il via alla piaga per eccellenza che ha caratterizzato e continua a caratterizzare la storia del Meridione: l’emigrazione. In realtà ‘a cruci di povari si materializza proprio come crudele necessità di lasciare la propria terra, per lavorare e assicurare la sopravvivenza per sé e la famiglia. Una “croce” che ha segnato il destino di milioni di meridionali, che si è ripercossa sul presente e il futuro di uomini, donne, bambini, famiglie e generazioni intere estraniate dalla lontananza, smembrate nella vita, e spesso dalla morte. Ma l’emigrazione, come risvolto storico si risolve nella sicurezza economica, nel “pezzo di pane”,‘a ricchizza che la miseria, nella propria terra, ha negato; nel presente, prossimo e futuro, si trasforma in ricchezza culturale, appannaggio dello spirito e della memoria, che fa riscoprire alle giovani generazioni tracce del proprio passato, fierezza per le proprie radici.

domenica 9 giugno 2013

Lavoro e qualità di vita, Usa e Australia in testa. Ma l’Oriente avanza - Il Fatto Quotidiano

Lavoro e qualità di vita, Usa e Australia in testa. Ma l’Oriente avanza - Il Fatto Quotidiano

Secondo una ricerca condotta da Escp Europe e Hydrogen su duemila lavoratori specializzati, gli Stati Uniti, il Regno Unito e l'Australia offrono le migliori possibilità occupazionali. Ma ottenere un visto in questi Paesi, a differenza di Qatar, Dubai e Kuwait, è difficile. I cittadini più felici invece, secondo l'Ocse, vivono in Svezia, Canada e Norvegia. E Cina e Brasile attraggono un numero sempre maggiore di lavoratori specializzati

lunedì 3 giugno 2013

Pitagora e il suo sapere raccontati da un fumetto

Da: il Quotidiano
Cinquemila copie ne verranno distribuite alle scuole, alle edicole. L'iniziativa è della Camera di commercio di Crotone. Nelle tavole appariranno anche Filolao, il medico Alcmeone, il campione olimpico e grande condottiero Milone
di GIULIA TASSONE
CROTONE - Pitagora che fece dell'educazione arte, scienza, sapere. Vederlo non è come leggerlo. Allora è la ben venuta una storia illustrata del genio ellenico che diede lustro all'antica Kroton. È stato presentato ieri presso la Camera di Commercio di Crotone la seconda edizione del fumetto “Kroton”, promossa dall'ente, edita da Antonio Carella. Contenuti e immagini sono a cura, rispettivamente, di Giuliano Carella e Marco Imbrauglio.
Cinquemila copie ne verranno distribuite alle scuole, alle edicole e nei circuiti internazionali della Camera. Non solo Pitagora, ma anche Filolao, il medico Alcmeone, il campione olimpico e grande condottiero Milone. Un linguaggio moderno per una storia antica di millenni fa, quasi tre. Un metodo efficace per far riscoprire, soprattutto ai più giovani, «le origini e l'identità di un territorio - ha detto Vincenzo Pepparelli, presidente della Camera di Commercio - In un’economia sempre più massificata serve ad acquisire le basi culturali per diversificarsi tramite le specificità». E per attingere «a quel bacino di risorse naturali che è il nostro passato», ha precisato l'editore Carella indicando questa come strada per ridare input alla città dopo la chiusura delle fabbriche.
«La Calabria è ricca di opportunità», ha aggiunto l'assessore regionale alla Cultura, Mario Caligiuri, lodando un'iniziativa «in linea con le nostre politiche di promozione e riscoperta del territorio, esaltando il senso della visione». Azzeccato, dunque, il genere del fumetto che da forma e colore ai concetti. Quelli illustrati da Marco Imbrauglio «sono ispirati alle raffigurazioni tipiche dei vasi greci, da qui il nero su ocra», ha spiegato il giovane disegnatore. «Abbiamo voluto raggiungere un pubblico più vasto possibile - ha aggiunto Giuliano Carella che ha curato i testi - con una storia che rende onore alla nostra città». Pitagora, Milone, Filolao, le riflessioni filosofiche e la sperimentazione scientifica «in una didattica nuova» ha fatto notare anche il consigliere regionale Salvatore Pacenza, presidente della Commissione cultura. «Simili progetti ci parlano di una scuola che approfondisce meglio e di più rispetto a prima», ha detto l'assessore comunale alla Cultura, Antonella Giungata. Riaccendono la speranza di un Paese che torni a puntare sulla cultura nell'emencipazione di codici e linguaggi. «Io leggevo Linus - ha detto il prefetto di Crotone, Maria Tirone -  e proprio oggi che si presenta questa lodevole iniziativa, un cult del fumetto si interrompe. Speriamo possa riprendere», ha concluso con un passaggio sulla Storia illustrata di Italia curata da Enzo Biagi come esempio eccellente del genere.
venerdì 31 maggio 2013 08:38