sabato 30 aprile 2016

Scandale è ccà - Ma Scandale esiste ?



Sarà uno choc, ma la dura realtà va affrontata prima o poi: Scandale  non esiste
La prova più lampante dell’inesistenza di Scandale  risiederebbe nell’oggettiva difficoltà di rintracciarne gli abitanti.
 A Scandale  i suoi abitanti non si lamentano mai di nulla, nè delle tasse, nè dei disservizi ne' di come si amministra (bene o male ) il territorio , il nulla il vuoto   . 
Come è mai possibile? 
Non vi sembrano forse queste delle prove sufficienti per decretare l’inesistenza di quello che noi definiamo un paese o una  comunità.
Regna purtroppo la consapevolezza di vivere in un luogo dove il talento può diventare un disvalore, che conduce i suoi abitanti  alla fuga verso il nord, l’estero, l’impossibile.
Oppure ci si rifugia in  una sana solitudine prendendo le distanze da tutto quello che avviene , convinti che qui non succederà   mai niente , l’eterna rassegnazione  che tanto comodo fà a chi gestisce il potere . 
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La critica, intesa come espressione di punti di vista, riflessioni, inviti a fare meglio, è un fattore importante all’interno di una comunità di persone. Quando questa è assente determina vuoti di tipo partecipativo, in quanto viene meno l’opportunità di mettere in discussione e dunque fermarsi a riflettere e a discutere. La critica non deve, in alcun modo, essere intesa come un attacco preconfezionato perché la critica, quando libera, rappresenta uno strumento per migliorare le cose. Quantomeno l’aspetto teorico che, tecnicamente, dovrebbe poi sfociare in quello pratico.
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Purtroppo non tutti la percepiscono in questo modo. Molti, infatti, non riescono a capirne la lealtà e l’alternativa che rappresenta rispetto all’informazione classica, quella che, per capirci, si limita alla sola diffusione di notizie e a confezionare copertine. E il punto, a mio avviso, è proprio questo: la nostra, essendo una comunità storicamente acritica, preferisce la copertina alla critica. E i motivi sono tanti. Intanto la copertina funge da vetrina e non mette nulla in discussione, e poi perché non comporta alcuna perdita in termini di immagine – al massimo la esalta – e non pone dubbi sui modus operandi degli attori, siano questi politici, sociali o civili.
Parti del post sono tratte da un articolo di Antonio Belluomo Anello

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