martedì 15 marzo 2016

Contadini per passione


Perché per produrre bontà bisogna coltivare bellezza!

“[...] che oggi tornare alla terra non è tornare alla miseria,ma tornare alla dignità e alla bellezza.”


Salvaguardare l’identità e la bellezza delle nostre campagne, facendo di tutto e adoperandosi coltivandole, nel rispetto ognuna della propria vocazione, significa continuare a produrre e a conservare un concetto di qualità, eredità della sapienza e dell’esperienza di chi ci ha preceduto.
In una dimensione che va nella direzione di omologare tutto, perdendosi poi nei meandri della tanto temuta globalizzazione, si inizia a far strada un manifesto nuovo, una nuova voglia di conoscenza, una sete di sapere “chi”, “dove” e “come” un determinato territorio. Nella ricerca di una dimensione più intima, più tangibile, più essenziale. Per dirla in una parola: locale.
In un periodo quale quello che stiamo vivendo, dove l’apparire ha superato di gran lunga l’essere, dove l’estetica ha preso il sopravvento sull’etica, e dove basta dirle le cose invece che farle, è necessario tornare a fare agricoltura. Utilizziamo non a caso il termine “fare” perché ci sono tanti modi di operare. Il nostro è quello vecchio, sano e genuino, dove fare agricoltura è sinonimo di “fare territorio”, un “fare” che sia condiviso e raccontato il più possibile, in una sorta di “agricoltura di servizio”che si contamini con nuove forme e nuovi contenuti, in una dimensione diversa.
In un mercato che ha ormai abbandonato la sua vecchia collocazione classica, anche la “vecchia” azienda agricola deve allargare i suoi confini classici, confini che da reali diventano virtuali.
Dal sito Contadini per passione.

Nessun commento:

Posta un commento