Bisogna tornare ai primi anni Ottanta . Quando ci capitò a noi che allora eravamo
adolescenti (Franco Demme, Nicola Simbari , Lucio Ierardi,
Franco Carvelli, ) nelle mani
"Nero a Metà" di Pino Daniele .
Fino ad allora avevamo cantato a voce alta i cantautori italiani (De
Gregori, De Andre', Guccini ....o americani (Bob Dylan, Joan Baez.....) i
gruppi rock mitici ( Led Zeppelin , De
Purple, Pink Floyd......) o il reggae di Bob
Marley – o le canzoni popolari dei
Musica Nova o della Nuova Compagnia di Canto Popolare;
Quando ascoltammo Nero a Metà ci
rendemmo subito conto che c'era stato un salto musicale gigantesco : quella musica parlava di noi, di situazioni a Sud , della nostra vita ,di
una cultura che conoscevamo bene e che nessuno prima aveva descritto e cantato in
un modo così nuovo e moderno .
Poi siamo andati subito alla ricerca dei suoi album , Terra mia e Pino Daniele, e poi quando usciva un album nuovo era una festa si iniziava un periodo di condivisioni musicali e qualche volta anche di critiche quando i testi non erano come ci si aspettava .
Ricordo come se fosse oggi, il momento
in cui, nei bar di Crotone nei JukeBox prima di entrare a scuola ascoltammo insieme ad altri studenti anche se noi lo conoscevamo già «Je so’ pazzo», quella canzone che
finiva con una rima liberatoria ci fece esultare, in quella rima cantata a
squarciagola sfogavamo tutte le nostre insoddisfazioni nei confronti di un mondo
che avremmo voluto diverso e che avevamo deciso di cambiare .
Questo è stato per noi Pino Daniele, la
colonna sonora delle nostre giornate allegre o tristi, la sua musica ci ha accompagnato un pò in tutte le situazioni
che la vita ci ha presentato facendoci sentire un pò meno soli .