Si era partiti per far conoscere le potenzialità di questo frutto e le possibilità imprenditoriali ad esso legate; siamo arrivati a cancellare, per futili motivi, addirittura la sagra, oramai diventata appuntamento decennale per l'intero territorio del Crotonese. Ci auguriamo che questa sia una brevissima pausa e che da qui si possa far ripartire l'evento al più presto, con una nuova veste ed un maggiore entusiasmo condiviso.
Alessandro Mannarino è la voce della vecchia borgata romana ormai estinta, di quella dell’Accattone pasoliniano e dei bagni nel Tevere. Rozza, sporca e poco educata, in cui la spontaneità delle parole vince sui virtuosismi e le ricercatezze musicali da metropoli. Al monte è un album interessante ma, soprattutto, un cammino difficoltoso che non sai come affrontare. I nove brani di cui si compone appaiono come un punto di collegamento fra i lavori che lo hanno preceduto, rendendo chiara la presenza di un percorso artistico del cantautore romano. C’è la componente più movimentata e spensierata (Malamor, L’impero) e quella più raccontata, in cui la musica serve a giustificare la sua presenza su cd piuttosto che su un libro di letteratura. È uno spettacolo complicato, dalle numerose variabili, in cui gli spettatori non sanno se stare seduti o in piedi, se sentirsi davanti a un falò sulla spiaggia o in una taverna a sentire un cantastorie. Dimensione paradossale e incerta che rischia di danneggiare tutto il lavoro che Mannarino ha realizzato.
Al monte è un disco che presuppone qualcos’altro ma di cui non se ne trova traccia. Sono soltanto nove i brani di cui si compone, assorto da un gusto minimale che cozza con quell’idea della borgata, da sempre abbondante, spontanea e lontana da macchinazioni discografiche. Quello che ne esce fuori ha un sapore amaro e diverso da quel Mannarino a cui perdonavamo i giri di chitarra semplici perché, nel suo stile, tutto si compensava e si univa in maniera poetica. Al monte, invece, non soltanto per la sua brevità, appare come un disco dettato dalla necessità di produrre qualcosa, scimmiottando il repertorio passato e senza portare qualcosa di deciso, che non ha a che fare con lo stile a cui ci eravamo affezionati.
Quello appena detto, però, non deve oscurare un aspetto che giustifica, in parte, l’intero lavoro e le scelte che sono state fatte. Il Mannarino di Al monte è più oscuro, serio e disincantato. Riesce, in qualche modo, a restituire una certa importanza al duro cammino in salita che stiamo attraversando, quello che serve per uscire dal bosco e raggiungere la vetta, di nuovo: «Mi riduco come un animale / per non pensare / dove va a finire / il profumo delle stelle / che da qui non si sente» dicono Le stelle, capitolo conclusivo di questo album. C’è questo disincanto, sempre un po’ romantico, di un ragazzo che guarda alla luna con speranza, in un ambiente colorato e piacevolmente gipsy, che però non porta da nessuna parte. Come se Mannarino, a differenza di altri, di quelli che cantano la crisi con tristezza o speranze di uscirne, stia cercando la sua dimensione accettando il momento che vive, in quel modo tipicamente nostrano e da tempi passati, di godersi quello che passa e dargli una forma di poesia e, quindi, di importanza. Perché in ogni caso è un momento che si è vissuto e che ci resta, volenti o nolenti, attaccato addosso. Perché un monte è un po’ una vita e, ognuno, deve scalare la propria. Prossime date : 26 agosto a TAORMINA – ME (Teatro Greco Romano); 05 settembre MODENA Spazio concerti arena; 11 settembre a ROMA (Foro Italico – Il Centrale Live); 13 settembre a NAPOLI (Arenile).
Child is lowly taken
And the violence caused such silence
Who are we mistaken
But you see it's not me
It's not my family
In your head, in your head they are fighting
With their tanks and their bombs
And their bombs and their gungs
In your head, in your head they are crying
In your head, in your head
Zombie, zombie, zombie
What's in your head, in your head?
Zombie, zombie, zombie
Another mother's breaking
Child is taken over
When violence causes silence
We must be mistaken
It's the same old theme since 1916
In your head, in your head they're still fighting
With theyr tanks and their bombs
And their bombs and their gungs
In your head, in your head they are dying
Zombie
Traduzione di Anonimo
Un'altra testa cade lentamente
Un bambino è preso umilmente
E la violenza causa un tale silenzio
Con chi stiamo sbagliando
Ma tu vedi: non sono io
Non è la mia famiglia
Nella tua testa, nella tua testa, stanno combattendo
Con i loro carri armati e le loro bombe
E le loro bombe e le loro pistole
Nella tua testa stanno piangendo
Nella tua testa, nella tua testa
Zombi, zombi, zombi
Cosa c'è nella tua testa, nella tua testa?
Zombi, zombi, zombi
Un'altra madre è stata colpita dalla tragedia:
Un figlio è sopraffatto
Quando la violenza causa silenzio
Stiamo sbagliando per forza
È la stessa vecchia storia fin dal 1916
Nella tua testa, nella tua testa combattono ancora
Con i loro carri armati, e le loro bombe
E le loro bombe e le loro pistole
Nella tua testa, nella tua testa giacciono
Scritta originariamente da Martha Medeiros, erroneamente attribuita a Pablo Neruda.
Qui sotto l'originale
A morte devagar (Lentamente muore)
Lentamente muore chi diventa schiavo dell’abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca o colore dei vestiti,chi non rischia,chi non parla a chi non conosce.
Lentamente muore chi evita una passione,
chi vuole solo nero su bianco e i puntini sulle i
piuttosto che un insieme di emozioni;
emozioni che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno di uno sbaglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore
davanti agli errori ed ai sentimenti!
Lentamente muore chi non capovolge il tavolo,
chi è infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l’incertezza,
chi rinuncia ad inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta di fuggire ai consigli sensati.
Lentamente muore chi non viaggia,
chi non legge,
chi non ascolta musica,
chi non trova grazia e pace in se stesso.
Lentamente muore chi distrugge l’amor proprio,
chi non si lascia aiutare,
chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna.
Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde quando gli si chiede qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo
di gran lunga maggiore
del semplice fatto di respirare!
Soltanto l’ardente pazienza porterà al raggiungimento di
Il nuovo album “Lamentarsi come ipotesi” è una riflessione sull’arte, sulla necessità della mescolanza come valore e sulla santificazione delle proprie radici culturali: un pensiero sulla solitudine che genera la rincorsa al successo e diversi tipi di povertà.
Il disco si compone di dodici tracce, di cui due in dialetto e un brano strumentale. Registrato a Firenze e prodotto da Finaz della Bandabardò, rappresenta la chiusura ideale di una trilogia iniziata nel 2007 con “Distratto ma però”: un percorso col quale l’artista calabrese ha approfondito la sua ricerca tra canzone d’autore e radici.
Il brano che dà il titolo all’album è una ballata in cui si analizza il concetto del lamento come piacere e si conclude con un coro che intona: “il lamento per noi è un godimento”. Sullo sfondo una Calabria immaginaria di frutta, verdura, statue e solitudini: punti da collegare per ottenere nuove mappe.
L’album vanta collaborazioni prestigiose, tra cui Otello Profazio, Riccardo Tesi e Mauro Durante del Canzoniere Grecanico Salentino, oltre a un cameo del cantautore argentino Kevin Johansen.
Prossimi concerti:
10/08/2014 Curinga (CZ) - "Costa Nostra Festival" - Concerto 11/08/2014 Papasidero (CS) - Festival - Concerto 20/08/2014 Sant'Agata di Puglia (FG) - Festival "Terra e acqua nella Capitanata dei Briganti" - Concerto 22/08/2014 Celico (CS) - VI "Festival dell'effimero" - Concerto27/08/2014 Cropalati (CS) - Festival "Back to Cropalati"29/08/2014 Reggio Calabria - Globo Teatro Festival - TeatroCanzone "Il Caciocavallo di Bronzo" 30/08/2014 Terni - Festa Democratica - Concerto 19/09/2014 Pitigliano (GR) - Festival Letteratura Resistente 11/10/2014 Roma - Auditorium "Parco della Musica" - Concerto - Ore 21.00 22/10/2014 Tropea (VV) - Festival Letterario "Leggere&Scrivere" 27/10/2014 Londra (UK) - "The Italian Bookshop" - Presentazione "Il Caciocavallo di Bronzo" 29/10/2014 Londra (UK) - "The Monarc Club" - Concerto - 40-42 Chalk Farm Road - Ore 21.00 30/10/2014 Colonia (DE) - "Festival all'italiana" 31/10/2014 Colonia (DE) - "Festival all'italiana" 06/12/2014 Lussemburgo (LU) - Centro "Arca" - Bertrange23/01/2015 Berlino (DE) - Grüner Salon 23/01/2015 Magdeburg (DE) - Grüner Salon 27/02/2015 Genova - Teatro Cargo
Possono iscriversi gli studenti dell’intera provincia di Crotone
Scandale venerdì 01 agosto 2014
Il Comune di Scandale ha la sua Universita’. La collaborazione tra la
l’amministrazione di Scandale e la SPEF (Scuola permanente di Educazione
e Formazione per la prevenzione primaria di maltrattamento ed abuso),
ha permesso di conseguire questo risultato. L’Università in questione è
la prestigiosa Università Telematica Uninettuno, con sede a Roma ed in
diversi paesi dell’Europa balcanica e del Nord Africa. Questo significa
che gli studenti potranno seguire i corsi telematicamente, conseguendo
un titolo pienamente valido in Italia ed all’estero. “Per ora – scrive
il sindaco Iginio Pingitore tramite social – assicureremo tutte le
incombenze di segreteria ed i Tutor in sede; aumentando il numero degli
iscritti diventeremo presto anche sede di Polo Tecnologico con la
possibilità di sostenere gli esami proprio a Scandale. Le funzioni di
segreteria e lo stesso tutoraggio saranno garantite dai responsabili
della SPEF. Le iscrizioni si faranno in regime di Convenzione fra il
Comune di Scandale ed Uninettuno. Naturalmente possono iscriversi gli
studenti dell’intera provincia di Crotone”.