giovedì 18 agosto 2011

CATALDO PERRI - Guellare'

Si intitola Guellarè il nuovo cd del musicista – medico - ricercatore Cataldo Perri, definito il “Cantautore del Mediterraneo”. Un titolo, Guellarè, che significa bambino in Arabo, una delle tante parole rimaste impigliate nel dialetto calabrese a testimonianza delle molteplici contaminazioni fra i popoli che si affacciano sul bacino del Mediterraneo. La Calabria di Guellaré è crocevia di saperi, culture, drammi, speranze, sapori e suoni, ed il “Suono”, per Cataldo Perri, è il più forte richiamo della memoria. Nel lavoro di Perri ci sono le voci dei mercanti, il rumore della risacca del mare, le storie piccole e grandi e le tante suggestioni che rimandano all’antica matrice del “Mare Nostrum”.

CARMINE ABATE & CATALDO PERRI , “VIVERE PER ADDIZIONE nelle TERRE DI ANDATA”: READING-CONCERTO TRATTO DAI RACCONTI (Mondadori) e POESIE (IL MAESTRALE) DI Carmine Abate e dal nuovo disco di CATALDO PERRI “Guellaré”
25 AGOSTO ore 21.30 Museo dell'arte contadina  CRUCOLI


Da " Vivere per addizione e altri viaggi " :

Ma ora non posso e non voglio più tornare indietro. Voglio vivere per addizione, miei cari, senza dover scegliere per forza tra Nord e Sud, tra lingua del cuore e lingua del pane, tra me e me. Sono stufo delle risposte di campanile o di opportunità, risposte ipocrite, bugiarde, come quando da bambino ti chiedevano:
" A chi vuoi più bene, piccolo, a mamma o a papa' ? " , e tu stavi imbambolato, non capivi la domanda, e gli adulti idioti insistevano : "A chi vuoi più bene, parla, gioia mia". A tutt'e due, pensavi tu, ma stavi muto per paura di sbagliare. E pure a mia sorella e ai nonni, agli zii e ai miei amici. A tutti. Al momento vivo a Besenello: a metà strada fra Rovereto e Trento, a metà strada fra Germania del Nord e Calabria, un piccolo centro come il mio paese di origine, e con in più castello a me caro. Spesso, nei miei viaggi di notte verso il Sud, avevo notato quel castello illuminato, sospeso fra la terra e il cielo, come un enorme disco volante in procinto di partire. Chissà, forse per via di quella sospensione che mi sembrava un'azzeccata metafora della mia vita, quel castello me lo sentivo familiare, sebbene non ne conoscessi ancora il nome. Da quando abito sotto le mura, la familiarità si è naturalmente accresciuta. Ogni tanto, di notte, dal mio balcone controllo se il disco volante è ancora lì. Rimarrei molto male se sparisse alla mia vista. Il suo sguardo sospeso, mentre incontra il mio sguardo sospeso, attutisce il dolore dei morsi della Fremde, fantasma traditore che ti assale quando meno te lo aspetti. E mi fa nascere un dubbio: che siano i luoghi a cercare le persone e non viceversa ?
Carmine Abate

Nessun commento:

Posta un commento