GINO SCALISE un ricordo

Un ricordo di Gino Scalise: ‘il Presidente’ di Scandale

Un poeta ansioso di esprimere il bisogno di Dio
SCANDALE domenica 26 ottobre 2014
Gino Scalise“Troppa poesia? / Chi vi ha detto che la poesia sia un male?/…Ogni poesia è visione del mondo attraverso/ il proprio soggetto./ Senza il proprio soggetto è nulla la poesia./ Poca praticità!/ Che brutta idea quando per praticità s’intende/ azione alla giornata senza un’anima ideale.” È questa, una lirica del santo sacerdote don Francesco Mottola, fervido apostolo e fondatore delle Case della Carità di Tropea. Questi fu maestro e da lui derivò tutta la linfa non solo poetica ma soprattutto spirituale per amare ogni giorno l’uomo e compagno di strada. Con la sucennata lirica ha presentato la prima fatica editoriale, nel 1976, una corposa raccolta di poesie che intitolò, guarda caso, “Gino ilonia” con copertina raffigurata da un altro apostolo della carità, Taddeo Barillari da Serra San Bruno. Gino Scalise, era nato a Scandale nel 1926 e da qui tornato alla casa del Signore lo scorso 19 ottobre, non solo poeta ma uomo della carità, uomo dell’incontro, uomo della disponibilità. Continuerà a vivere, circondato da autentici amici, Egli che è stato grande amico, sull’amena collina di Scandale all’ombra della sua venerata Madonna di Condoleo. Ora finalmente si gode il meritato riposo dopo aver sparso il seme dell’Amore negli innumerevoli incontri socioculturali ed ecclesiali in Calabria ed oltre. Non è stato un grande letterato o cattedratico ma autodidatta dalla semplicità prorompente che per un quarto di secolo ha lavorato tra carte e polvere di un ufficio comunale. La sua personalità è stata straordinariamente grande.
Fra un viaggio e l’altro ha sempre scritto e partecipato a vari concorsi letterari conseguendo premi e attestati. Fra le tante altre attività dell’amico Gino voglio dire del contributo di riflessione dato da lui sulla Riforma del Servizio Elettorale con critiche e proposte meritandosi il terzo premio nazionale al referendum bandito dalla rivista di servizi demografici “Lo Stato Civile Italiano” e la pubblicazione della sua tesi monografica. Dopo la pubblicazione, 1979, di un’altra silloge poetica “Poesie e vita”, nello stesso anno volle offrire un omaggio al suo paese e soprattutto alla sua Madonna pubblicando il saggio “Una luce nel Marchesato, ovvero Maria di Condoleo nel tempo”. Sempre in quest’anno ha esordito con un romanzo pedagogico “I ragazzi della cava”. Nel 1988 ha riproposto un altro saggio sulla storia di Scandale e la biografia di “Tre figure cristiane esemplari” della comunità scandalese. Successivamente, 1993, la trilogia: “Dove Cristo soffre” (saggio sulle apparizioni di Gesù in Calabria), il dramma “Gli uomini hanno bisogno di Cristo” e “Come Medjugorje Crosia alla luce di Fatima”, saggio sulle apparizioni della Madonna in Europa e in Calabria. Infine, tra un lavoro e l’altro, ha curato “Esperienze (i ragazzi cristiani di oggi)” e “Canti popolari religiosi di Calabria”. Una produzione letteraria, quella di Scalise, vasta e varia. E in tutto c’è poesia, la poesia. Una poetica mai banale, semplice ma mai semplicistica, piuttosto da tutti i suoi scritti scaturisce una poesia che vuole esprimere il forte bisogno di Dio. Quella di Gino è tutta una poesia in cui si può cogliere l’inebriante incanto dei molteplici elementi del paesaggio e l’armonia e la bellezza delle mille voci della natura, assieme ad un’accettazione cristiana del dolore, del male e della fine che, in realtà, dentro una coinvolgente limpidezza espressiva, riesce a tradurre l’interrogativo sulla banalità della realtà quotidiana in un religioso approdo di saggezza. A rivederci amico mio!
Mimmo Stirparo

Non c’è tempo da perdere
S’hai proposto
di fare un po’ di bene, 
lo devi fare subito.
Non c’è tempo da perdere!
Domani il tuo fratello
verrà forse a vedere
la fredda vuota mano 
di chi non ha saputo 
raccogliere il momento.
E sarà questo, forse,
il suo giudizio, severo,
seguendo la tua salma al cimitero.
 (Gino Scalise)

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