domenica 19 luglio 2015

Pino daniele e la nostra generazione.



Bisogna tornare ai primi anni Ottanta .  Quando ci capitò a noi che allora eravamo adolescenti   (Franco Demme, Nicola Simbari , Lucio Ierardi, Franco Carvelli,  ) nelle mani "Nero  a Metà"  di Pino Daniele .

Fino ad allora avevamo cantato  a voce alta i cantautori italiani   (De Gregori, De Andre', Guccini ....o americani  (Bob Dylan, Joan Baez.....)   i gruppi rock mitici (  Led Zeppelin , De Purple, Pink Floyd......) o il reggae  di Bob Marley –  o le canzoni popolari dei Musica Nova o della Nuova Compagnia di Canto Popolare;


Quando ascoltammo Nero a Metà ci rendemmo subito conto che c'era stato un salto musicale gigantesco  :  quella musica  parlava di noi,  di situazioni a Sud , della nostra vita ,di una cultura che conoscevamo bene e che nessuno prima aveva descritto e cantato in un modo così nuovo e moderno .

Poi siamo andati subito  alla ricerca dei suoi album , Terra mia  e Pino Daniele, e poi quando usciva un album nuovo era una festa  si iniziava un periodo di condivisioni musicali e qualche volta anche di critiche quando i testi non erano come ci si aspettava .

Ricordo come se fosse oggi, il momento in cui, nei bar di Crotone nei JukeBox prima di entrare a scuola ascoltammo insieme ad altri studenti  anche  se noi lo conoscevamo già  «Je so’ pazzo», quella canzone   che finiva con una rima liberatoria ci fece esultare, in quella rima cantata a squarciagola sfogavamo tutte le nostre insoddisfazioni nei confronti di un mondo che avremmo voluto diverso e che avevamo deciso di cambiare .
Questo è stato per noi Pino Daniele, la colonna sonora delle nostre giornate  allegre o tristi,  la sua musica ci  ha accompagnato un pò in tutte le situazioni che la vita ci ha presentato facendoci sentire un pò meno soli .



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