sabato 6 giugno 2015

LEO FERRE' - L'arte della rivolta .




TETES DE BOIS per Leo Ferré – “EXTRA”

Ala Bianca Records/distrib. Warner, cat. ABR 128554100-2,
(CD e FILES DIGITALI)
secondo CD in digipack sulle canzoni di Leo ferré;
1 testo inedito di L. Ferré con le musiche dei Têtes de Bois;
9 brani inediti tra cui la title track;
1 live del brano Il tuo stile cantato da Francesco Di Giacomo; 
Special guest:
Francesco Di Giacomo e Le luci della centrale elettrica.

A vent’anni dalla sua morte i versi di Léo navigano tra i pensieri affannati delle nostre vite quotidiane e tutto graffia la pelle di chi è seduto comodamente e invade le anime congelate. Ancora per una volta amore e rivolta.
Extra”, dieci tracce in cui i versi fanno l’amore nella testa di chi legge, sotto lo sguardo del Dio dei graniti che non ha pietà, tra le conchiglie figuranti e le nacchere risuonanti e un coltello che apre la madreperla pura e un pescecane che nuota in libertà provvisoria.
Baudelaire, Verlaine, Rimbaud musicati da Ferré, Ferré musicato da Ferré e Ferré musicato e ri-arrangiato dai Têtes de Bois.
Ospiti di “Extra” sono Vasco Brondi ( Le Luci della Centrale Elettrica), che canta con Andrea Satta un brano cui era già molto legato “Tu non dici mai niente” e, con amore e dolore, Francesco Di Giacomo ne Il tuo stile”, ghost track del disco, registrata live all'Auditorium Parco della Musica di Roma nel giugno del 2013.
Tutte le nuove traduzioni dei versi di Ferré, Rimbaud, Baudelaire, Verlaine sono state affrontate con Giuseppe Gennari, il professore, cercando di farne canzoni del Duemila e di non tradirne l'umore.
Con Anna D'Elia si è invece lavorato per portare in Italiano “Tango” un testo cui Léo non aveva ancora regalato la musica e con cui i Têtes de Bois si sono cimentati immaginando di poter ripetere quello che lui fece musicando i poeti maledetti.
Ugo Nespolo ha donato il disegno per la copertina, la porta che apre all'inferno e al paradiso.
Sergio Staino, il suggeritore, il gusto, l'abbraccio e la casa prima di partire,  ha contribuito a rendere questo progetto possibile.
Il digipack e il booklet sono disegnati anche stavolta da unatandemartalicio, la nostra Marta Dal Prato e il nostro Licio Esposito.
 Il pianoforte utilizzato per le registrazioni del disco è quello di Léo Ferré.

TRACK LIST

1) Tango
2) Il mare e la memoria
3) La maliziosa
4) Extra
5) Se te ne vai
6) Ti rivedo ancora
7) Pattinava
8) L'eautontimorumenos
9) Tu non dici mai niente – Feat. Le luci della centrale elettrica



                        (Tango)


La poesia non canta più


La poesia moderna non canta più... striscia.Però ha il privilegio della distinzione... non frequenta le parole malfamate, anzi le ignora.Si prendono le parole con le pinze: a "mestruale" si preferisce "periodico", e si ripetono dei termini medici che non dovrebbero uscire dai laboratori o dai trattati di medicina.Lo snobismo scolastico che consiste nel non usare in poesia che certe parole ben definite, nel privarla di certe altre, che siano tecniche, mediche, popolari o dialettali, mi fa pensare al prestigio dei baciamano e delle vaschette lava dita.
Non sono le vaschette lava dita a rendere le mani pulite né il baciamano crea la tenerezza.
Non è la parola che fa la poesia, è la poesia che illustra la parola.
Gli scrivani che fanno ricorso alle dita per sapere se tornano i conti dei piedi, non sono dei poeti: sono dei dattilografi.
Oggigiorno il poeta deve appartenere ad una casta, a un partito o al bel mondo.


Il poeta che non si sottomette è un uomo mutilato.
La poesia è un clamore e deve essere ascoltata come la musica.
La poesia destinata ad essere soltanto letta e rinchiusa in veste.tipografica non è ultimata.
Il sesso le viene dato dalla corda vocale così come al violino viene dato dall'archetto.
Il riunirsi in mandrie è un segno dei tempi. Del nostro tempo.
Gli uomini che pensano in circolo hanno le idee curve.
Le società letterarie sono ancora la Società.
Il pensiero messo in comune è un pensiero comune.
Mozart è morto solo, accompagnato alla fossa comune da un cane e da dei fantasmi.
Renoir aveva le dita rovinate dai reumatismi.
Ravel aveva un tumore che gli risucchiò di colpo tutta la musica.
Beethoven era sordo.
Si dovette fare la questua per seppellire Bela Bartok.
Rutebeuf aveva fame.Villon rubava per mangiare.
Tutti se ne fregano.L'Arte non è un ufficio di antropometria.
La Luce si accende solo sulle tombe.
Noi viviamo in un'epoca epica ma non abbiamo più niente di epico.
Si vende la musica come il sapone da barba.
La stessa disperazione si vende, non resta che trovare la formula giusta.
Tutto è pronto: i capitali
La pubblicità
I clienti
 Chi dunque inventerà la disperazione?
Con i nostri aerei che fregano il sole.
Con i nostri magnetofoni che si ricordano delle "voci ormai spente", con le nostre anime ormeggiate in mezzo alla strada, noi siamo sull'orlo del vuoto, confezionati come carne in scatola, a veder passare le rivoluzioni.
Non dimenticate che l'ingombrante nella Morale, è che si tratta sempre della Morale degli Altri.
I canti più belli sono quelli di rivendicazione.
I versi devono fare l'amore nella testa dei popoli.
Alla scuola della poesia non si impara: CI SI BATTE.

Mauro Macario


(Ferrè - De Andre')

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