lunedì 21 ottobre 2013

Per non dimenticare



 In occasione della giornata della legalità, si è svolto nell'aula magna del Liceo classico Pitagora di crotone  un convegno per ricordare il piccolo Dodò ucciso dalla mafia mentre giocava a pallone. Nell'occasione è stato proiettato un video (di seguito riportato) che ripercorre i momenti più salienti della sua breve vita.  invitano i docenti a promuovere iniziative didattiche per gli studenti.

 Articolo dal Programma Rai "Chi l'ha visto"
Adorava il calcio, fare la schedina, aveva tutti i pensieri e i gesti degli appassionati del calcio, sin da quando era piccolissimo. E su un campo di calcio è morto. Domenico Gabriele, detto Dodò, aveva 11 anni. E’ morto per sbaglio. Se per sbaglio si può morire, così su un campo di calcetto a Crotone, vittima innocente di un regolamento di conti tra ‘drine. Storie di spaccio ed estorsioni.
E’ morto il 20 settembre 2009, dopo tre mesi di coma. I suoi funerali si sono tenuti il 22. Era un bambino allegro, intelligente, a scuola andava bene.Aveva scritto una lettera al presidente Berlusconi per chiedere aiuto per la sua famiglia: “Tu dai i soldi alle famiglie numerose, e a noi che siamo disoccupati? Io per questo non ho un fratello o una sorella, perché mio padre non se lo poteva permettere".
Giovanni, il padre, viveva di lavori precari e durante l’agonia di Dodò ha dovuto fare anche i conti con il taglio della corrente elettrica, perché non erano riusciti a pagare una bolletta. Una casa semplice, spoglia, tra le campagne della frazione di Canneto.
Se n’è andato dopo un’agonia di tre mesi. Era la sera del 25 giugno 2009  quando un sicario sparò all'impazzata sul campetto di calcio dove correva anche lui, nella contrada Margherita, alla periferia nord di Crotone. Il killer mirava a Gabriele Marrazzo, un emergente della mala locale, che inseguiva la stessa palla. Oltre al morto, dieci feriti, compreso Domenico. 



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