sabato 8 settembre 2012

Daniele Piredda



Stranamica tristezza

A volte mi giungi,
entri,
ti siedi
e mi fissi per ore
attraverso lo specchio;
ed io viaggio a ritroso,
a scovare il motivo
di quello sguardo severo,
di quell'arrivo improvviso.
Ma son tuo vecchio amico,
e non ti faccio domande,
non ti caccio di casa;
ti offro un po del mio tempo
rimanendo in silenzio,
accettando il tuo vizio
di non sapermi avvisare.
Finché arriva il momento
in cui guardo di fuori,
in un mattino di sole
e scopro che sei sparita;
cosi,
com'eri  arrivata
portandoti dietro ogni cosa,
lasciando solo un saluto
sul medesimo vetro.

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