Pasquale Minniti Scrittore (Scandale 05/10/1946 - Scandale 21/04/2011)
Sì, è uno scrittore; un grande scrittore …
Quante persone buone in mezzo a noi; giunge improvvisamente la morte e ce le rivela. Si possono avere opinioni diverse sullo scrittore Pasquale Minniti di Scandale, ma, di certo, è una di quelle persone la cui inattesa scomparsa ne ha rivelato la mitezza e la consapevolezza della vita. Occorre dunque parlarne per conoscerlo meglio, più di quanto lo è ora.
Da ragazzo egli frequenta l’Azione cattolica di Scandale e mette in mostra le sue doti. Eccelle per mitezza e impegno nel praticare i dettami educativi che nell’associazione si impartivano. Impegno e mitezza che si riversano anche in ambito scolastico. Non a caso la scuola di avviamento professionale (poi Media Statale, oggi Secondaria di Primo Grado), data la precoce e non comune intelligenza dell’alunno Minniti, gli assegna una borsa di studio che poi, stranamente, concede a un altro alunno. E Minniti invece di ribellarsi, reagisce nella pacatezza e nella serenità all’ incoerenza e all’ingiustizia che la scuola gli ha recato. Senza inveire contro qualcuno, decide di non frequentarla più e, ormai, deluso straccia quaderni e libri e lascia il paese per trasferirsi in Campania dove deve cavarsela da solo per racimolare qualche piccola somma di denaro. Sono gli anni della reazione, una reazione che ha come armi carta e penna: giovanissimo riesce a pubblicare un romanzo dall’eloquente titolo: “Dritti, repressi, scontenti e accontentati” che fa eco alla sua triste vicenda. Insomma un’opera che affetta il gusto dell’amaro e del disprezzo verso qualsiasi forma di ingiustizia. Opera che riesce ad attirare l’attenzione di una famosa casa editrice : per un breve periodo Minniti occupa la direzione della sede di Napoli; non passano anni che, sempre la famosa casa editrice, gli propone la direzione della sede Centrale di Segrate - Milano e gli offre la possibilità di pubblicare gratuitamente i suoi libri. Paradossalmente Minniti a sorpresa pubblica direttamente i suoi romanzi tutti di grosso spessore culturale e analitico della società e distribuisce quanto gli rimaneva dei suoi tanti guadagni con la casa editrice ai poveri dei quartieri spagnoli di Napoli e si fa uno di loro. Scrive articoli di fuoco su varie testate giornalistiche a favore della povera gente e contro il Capitalismo borghese e oppressore.
Quando qualche Direttore di giornale gli suggerisce prudenza e la linea da seguire Minniti reagiva e diceva che sarebbe meglio stato spezzare la penna piuttosto che vendere il suo libero pensiero. Si conferma, invece a lungo, giornalista e redattore della rivista “Cronache Italiane”. I suoi pezzi fanno aumentare di molto la tiratura delle copie della rivista.
La morte del padre riporta Minniti a Scandale per stare vicino alla madre ormai sola: lui, figlio unico. Lo si rivedeva quindi sempre mite e dimesso, silenzioso e schivo, quasi timido nella sua nascosta identità e fedele al suo carattere avvicinato da pochi e scansato dai più, quasi reietto, davanti al quale ci si copriva la faccia. Ma Minniti è un messaggero di cultura, un profeta in difesa dei diritto e della dignità dei poveri; egli stesso povero volontario che viveva di sola scrittura mediante spot pubblicitari e qualche volta di innocenti espedienti nella sua viva convinzione che tutto era di tutti, che l’Onnipotente non aveva creato le cose soltanto per pochi, ma perché esse fossero condivise con gli altri.
L’ultimo sua opera, Ritorno alla Terra non vedrà mai più la luce perché Pasquale Minniti si ammala gravemente e, dopo una lancinante Via Crucis tra Scandale e l’ospedale civile di Crotone, cessa di vivere.
Al sacerdote che ne accoglie la confessione, Don Antonio Buccarelli, alla fine dell’atto penitenziale dice “abbiamo fatto una cosa bella”. Sorprendente per uno che della Chiesa amava ben poco, per uno che preferiva stare staccato dalla quotidianità religiosa. Sorprendente il fatto che la morte lo abbia colto nella notte tra il Giovedì e il Venerdì Santo, nel pieno clima pasquale: pasquale, come il suo nome, come il nome di chi tiene la testa alta e si affida a Lui nella speranza della Risurrezione. Dio guarda al cuore dell’uomo e scruta i nostri cuori, conosce ciò che dimora dentro di noi, giudica e ci guarda con misericordia. Pasquale Minniti nella sua realtà sociale e fisica appare veramente come un icona del Cristo povero, del Cristo sofferente, del Cristo che riabbraccia la luce in eterno.
Unla SCANDALE
Ovunque tu sia, amico Pasquale, la tua assenza mi addolora.
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